Non provate a fare il tea ad Anthony

Di Iosonomarzia

Il mio nome è Marzia e sono qui in silenzio, davanti a un palco (a Torino) mentre aspetto l'inizio dello spettacolo. Sensazioni e suoni mi stanno attraversando totalmente corpo e mente, come le immagini dei paesaggi fuori dal finestrino, del treno che mi ha riportato a casa, da Certaldo.

 E' appena finito il seminario di Anthony (Trahair) e già ne vorrei iniziare un altro, sempre con lui. Perché una delle sensazioni che ai miei compagni e a me è rimasta, è quella che è durato troppo poco. Poco per approfondire tutto ciò che abbiamo incontrato e sperimentato.

 Ognuno di noi è partito con aspirazioni, aspettative, idee e motivazioni. Così quattro donne e sei uomini si sono incontrati e si sono condivisi per sei giorni.
Detto così, potrebbe sembrare quasi una sfida. E lo è stata. Dolce, semplice e complessa nello stesso tempo, emozionante, entusiasmante, piena in ogni suo attimo di svolgimento. Perché il gruppo, oltre a seguire il seminario, ha dormito, mangiato, vissuto insieme ogni istante dei sei giorni. L'armonia immediata  nata da una idea di Anthony: fare la lista della spesa per pranzi e cene vegetariane. Così noi, singoli individui, siamo stati subito incoraggiati a divenire gruppo, a organizzarci e, senza conoscerci bene, a rispettare le esigenze e i piaceri di ognuno.
Inoltre, il risveglio comunitario e lo yoga mattutino hanno creato, giornalmente, le basi per progredire sia umanamente sia artisticamente. Questo ci ha permesso di lasciar andare barriere e di creare piacevolmente, grazie alle consegne artistiche che Anthony ci chiedeva a ogni fine giornata.
 Quasi nessuno di noi ha imparato nuovi trick, ma ai nostri cuori sono arrivate le emozioni di evolvere con la propria giocoleria attraverso il corpo e la sua consapevolezza. Gli esercizi proposti hanno fatto sì che le identità e le particolarità di ognuno non predominassero mai; al contrario, si facessero UNO con tutto il gruppo, apportando arricchimento a tutti i suoi partecipanti.

 Raccontare freddamente gli esercizi che si sono svolti, farebbe perdere tutta la bellezza di questo viaggio interiore, che si è trasformato in arte, ogni volta che portavamo le nostre idee sul palco.
 Mi è stato chiesto di esprimere l'opinione di tutti attraverso questo scritto, ma... mi trovo seduta davanti alle parole dei miei compagni di avventura e mi è impossibile riassumerli. Mi perdonerà Anthony, ma mi viene voglia di lasciarli qui, integri, come post-it gialli tra le pagine di un libro.

 ALESSANDRO: “Sono rimasto piacevolmente soddisfatto di questo workshop per giocolieri perché non è, allo stesso tempo, un workshop di giocoleria. Dico questo perché tutto quello che è stato fatto - esercizi fisici, yoga, teatro, danza - è stato studiato per metterlo a servizio della giocoleria, e non come cose a sé separate. Nelle improvvisazioni serali si è messo in pratica tutto il lavoro della giornata e per me è stato fantastico usare i sentimenti, gli animali... nella giocoleria. Consiglierei questo laboratorio a tutti i giocolieri che desiderano avere una presenza scenica e una consapevolezza di quello che si sta facendo sul palco, in strada, nell'allenamento e nella vita.”

NICCOLO': “ Non c'è separazione tra la vita quotidiana e la giocoleria, lo spettacolo. Gli esercizi sono mirati non solo alla tecnica, quindi alla pulizia dei trick e alla padronanza degli oggetti, ma anche (e sopratutto) alla trasformazione delle emozioni e alla presa di coscienza dei momenti.
La pratica yoga della mattina apre la mente e prepara il corpo ad assimilare meglio le informazioni.”

STEFANIA: “Il seminario ha un percorso graduale che permette a tutti di partecipare con il proprio ritmo e di indagarlo.
Sono stata molto d'accordo su tutta la cornice (condivisioni, svegli e vegetarianismo comunitario)...perché in questo modo il seminario diventa davvero un pezzo di vita insieme che trasforma anche delle cose dentro ognuno di noi!
Per quanto riguarda l'aspetto più legato alla giocoleria mi ha entusiasmato la ricerca di un movimento personale e di gruppo, e anche improvvisare su un palco.
Avrei voluto delle volte avere qualche dialogo più diretto con Anthony su alcuni dettagli tecnici per alcuni trick, passaggi o anche per idee di creazione ma questo non era previsto dal seminario...
Comunque torno a casa molto felice e con nuova energia per vivere giocando, grazie!”

EMANUELE: “ma... ma... ma... boh... boh... boh... non so!
Impressioni, opinioni, ecc... ecc..., bla, bla, bla!
A me sembra tutto bello, stare qua, conoscere altra gente, confrontarmi con persone che hanno stimoli ed interessi simili ai miei, seguire le indicazioni di un maestro come Anthony!
Entrando più nel particolare, forse, mi sarebbe piaciuto sviluppare meglio alcuni esercizi che solo abbiamo “intravisto”, come ad esempio quello/quelli sul ritmo; e magari mi sarebbe piaciuto fare altre improvvisazioni di gruppo.
Boh, in verità, quasi tutto quello che abbiamo fatto mi sarebbe piaciuto provarlo ancora più e più volte, ma ugualmente penso che per 5 giorni abbiamo già fatto tanto.
Una sorpresa in positivo: l'esercizio in coppia sull'intensità. Interessante e coinvolgente, anche se non facilissimo, la giocoleria comica.
E poi le terme... fantastico... anche con la pioggia!
E poi vi voglio bene a tutti, vi ringrazio. Tante buone cose, rivediamoci presto, sorrisi, baci abbracci e sputi , carezze e affetto... bye bye!”

 

GRETA: “Penso che sia stata un'esperienza interessante... che di sicuro avrà bisogno di una elaborazione personale a casa.
Personalmente mi aspettavo di utilizzare poca tecnica e più movimento... poi però, durante il percorso, mi sono resa conto che è necessaria una buona tecnica per poi sfruttare il movimento.
Mi sono piaciuti i movimenti “fisici” con gli altri perché ho potuto sentire, attraverso il contatto con gli altri, cosa funzionava e cosa no in me... i miei blocchi, più che altro mentali.
Lavorando e toccando gli altri, ho scoperto altre fisicità, altre energie, ecc.
Mi sono arricchita.
Pensavo di fare più contact improvisation come danza... cioè di trovare delle cose tecniche sul contact... mi sono mancati dei punti di riferimento su come farlo... però, comunque, improvvisando e con i vari spunti dati durante i vari giorni, ora mi sentirei più pronta ad improvvisare con gli altri.
Ho tante, troppe cose su cui riflettere: dallo yoga alla tecnica, al rapporto con me stessa e con gli altri.
Mi sento disorientata e bombardata di roba ma penso che, smaltendo piano piano, il tutto potrò sfruttarlo bene, tutto il lavoro fatto.
Sono anche contenta del fatto che un'ora di allenamento, tutti i giorni, alla fine non è pesato come pensavo... anzi mi sono divertita e intrippata.
Ho trovato “da paura”  ballare liberi nello spazio!!!”

ANTONINO!!!:”Va bene.
I giorni prima di partire pensavo bene ho occasione di imparare nuovi trick o di consolidare ciò che so già o, forse, finalmente, imparerò le 5 clave, e in più si fa un po' di ginnastica. Niente di meglio.
Cos'ho trovato? Beh, non ho imparato nuovi trick e le 5 non le so ancora tenere, però, ragazzi, che viaggio!
Esplorare il corpo più che stirarlo e quindi anche ritrovarsi davanti a uno specchio e osservarsi nella relazione ma anche e sopratutto come si è.
Molto lavoro teatrale, ma in fondo, alla fine ricondotto alla giocoleria e al proprio modo di essere giocolieri. Ma ancora, riscoprirsi, su di un palco, il tempo di comprendersi nel rapporto con la scena, la possibilità di provare e la libertà di aver poco da proporre.
Allenamento di un'ora al giorno in giocoleria, piena e densa. Forse poco a rileggere, ma costante e intenso.
Il resto del giorno a dispetto di ciò che uno si aspetta da uno stage di giocoleria, poco il lavoro con gli attrezzi e molto il lavoro sul corpo con gli attrezzi.
Faticoso, intenso ma credo fruttuoso e interessante.
Leggerezza, passione, libertà e consapevolezza.”

MARCO: “ Anthony mi ha fatto conoscere meglio il mio corpo, apprezzare meglio il contatto e capire cosa vuol dire essere presenti e coscienti di sé stessi.
La vita simbiotica in gruppo ha amplificato l'apprendimento, creando un clima di intimità e tessendo le fila di quei rapporti che poi si andavano a sviluppare negli esercizi di teatro fisico.”

CORRADO: “Due cose fondamentali mi porto a casa da questo seminario “unico”. La prima è l'aver compreso la fluidità nello spazio mentre giocoli; la naturalezza dei movimenti con gli oggetti come se fossero parte del tuo corpo e l'amore per l'attrezzo usato... si amore.
La seconda è la fantastica esperienza di fare yoga prima di colazione, che mi ha aperto il corpo rendendomi le giornate così armoniose e leggere e uniche.”

L'ultimo post-it è della giovane ERIKA: “Credevo di ritrovarmi in uno dei soliti workshop di giocoleria, dove avrei imparato dei trick nuovi e come pulire il mio stile; dall'altra parte pensavo che ci aspettava il solito lavoro di teatro fisico. Invece è stato un viaggio alla scoperta della vera essenza del giocoliere [Pensavo che i giocolieri di alto livello fossero tutti freddi, perfetti e mitomani. Invece abbiamo avuto l'occasione di incontrare una persona umana, che ci ha fatto capire quanto sia importante il cuore e l'anima nella disciplina “fredda” della giocoleria”].
Svegliarsi dolcemente la mattina, tra carezze e abbracci, ritrovarsi tutti insieme a fare yoga credo che sia straordinario perché, oltre ad andare alla ricerca del proprio “chi”, ho visto nascere un gruppo forte, energetico e spirituale.
Il lavoro fatto in questi giorni mi ha fatto capire quanto sia importante la conoscenza del proprio corpo, del respiro e delle nostre mani.
Questo non è stato un laboratorio di sola giocoleria: abbiamo danzato mentre per aria volavano gli attrezzi; abbiamo creato poesia; abbiamo fatto ridere e anche piangere. Insomma un lavoro che va oltre la tecnica fredda della giocoleria e scava le ossa delle emozioni del giocoliere, in un volo di gabbiamo oltre il mare.”

 Per concludere, tutti noi speriamo che questo seminario possa essere riproposto e, magari, che trovi una sede per una versione “più lunga e approfondita”.
 A chi ci sta leggendo... speriamo di avervi messo un po' di curiosità, in modo che possiate anche voi iscrivervi e vivere un bel seminario di Anthony Trahair!

 

 
  

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