Università degli studi di Tor Vergata, Facoltà di Medicina e Chirurgia, corso universitario in Scienze Motorie 
Autore: Nicola Scoditti
girotondo.n@libero.it
Relatore: Prof. Stefano D'Ottavio
Correlatore: Dott. Gioacchino Paci
Anno accademico: 2009/2010

 

 

Premessa

L’origine della “creazione”… niente panico, mi riferisco al significato del termine e non all’inizio della vita, non ho intenzione di prenderla così alla larga, tranquilli; dicevo: l’origine della “ creazione”, esprime l’idea di una cosa fatta dal nulla o meglio, del nulla che prende forma da un’idea.
E’ dagli  anni 50, con la maggior conoscenza dei meccanismi della mente, che numerosi studiosi, si sono dedicati alla ricerche di metodi per promuovere la scoperta delle capacità creative per capire come nasce quest’idea … quando nasce!
Così, insieme alle mille forme di spiritualità, la pseudo religione della creatività, che, una volta rappresentata come la massima espressione del disordine e della devianza, viene proposta oggi, in tutte le salse, come una sorta di soluzione, per tutti i mali della società moderna.
Il dilemma per tutti è: ma la creatività può essere appresa o è un dono prezioso con il quale nasciamo o meno.
Questi improvvisi flash, che come un miracolo divino magicamente, danno vita a un’intuizioni o a una strabiliante invenzione, possono veramente essere alla portata di tutti?
Guardandosi in giro sembrerebbe di no, o comunque non si tratterebbe di fenomeni così trascendentali; lo stesso Zinker (2002), uno tra gli studiosi più invidiosi, della creatività altrui, sosteneva che il famoso “inventore” passa lungo tempo a elaborando la sua idea, fino a che questa, diviene la sua ossessione, il suo incubo, tanto da essere entrato nel nostro immaginario come un fuori di testa, trasandato e dai capelli rizzati.
Quindi questa creatività sarà un dono divino o una maledizione?
La realtà e che la scoperta dell’intelligenza creativa è stata una rivoluzione così straordinaria e sconvolgente, da non essere ancora stata integrata nel sistema educativo della maggior parte dei paesi europei, ancora basato sullo sviluppo dell’intelligenza”convergente”, misurata cioè con i test del “Quoziente Intellettivo” e spaventato dall’ignoto mondo della creatività, imponderabile e misterioso.
Perché avventurarsi in questo lavoro? Forse perché sarebbe bello scoprire che la creatività, come dice Winnicott (è un universale), “appartiene al fatto di essere vivi”, o magari trovare, se ci sono, delle “costanti” dei meccanismi dell’invenzione, che possano essere disponibile a tutti.
Ma l’etimologia della creatività comprende anche il significato di crescita e sviluppo.
Ed è proprio questo uno degli obiettivi dell’attività di circo per ragazzi: offrire un’occasioni di crescita, attraverso la possibilità di sperimentare ed esplorare  un mondo nuovo, dove anche l’errore, o il deficit (fisico o mentale) può essere una maniera diversa di esprimersi  e rapportarsi con gli altri, che possiamo sicuramente chiamare e riconoscere come “crea-attivo”.