Con sempre maggiore frequenza le donne eleggono la giocoleria a loro strumento di espressione artistica, facendone una scelta di vita e/o una scelta professionale. Prendendo spunto dall'esperienza del collettivo femminile "100% Plastik" abbiamo chiesto ad alcune giocoliere di raccontarci questa loro esperienza, rivolgendogli le tre seguenti domande:

1) Donne Giocoliere. Questa definizione significa niente per te? Pensi che la tua giocoleria sia diversa da quella degli uomini? Quale potrebbe essere il tuo contributo come donna allo sviluppo della giocoleria come forma d'arte?

2) Il tuo rapporto con gli oggetti/attrezzi che utilizzi. Trascorrere così tanto tempo, durante la creazione e gli allenamenti, chiedendo così tanto a questi oggetti e da te stesso; di sicuro tutto questo costruisce negli anni una profonda relazione tra te e loro. Strumenti di lavoro, fate animate, sorelle silenziose, amiche felici...  bello, ossessivo, funzionale, intenso, giocoso, come descriveresti questo rapporto con aneddoti e note di riflessione?

3a) Raccontaci le tue emozioni nell'aver partecipato a questo Rencontre

3b) Esibirsi in pubblico è uno degli effetti collaterali della pratica/arte della giocoleria. Quali sono state le ragioni che ti hanno spinto ad esibirti in pubblico e quali sono le ragioni e le emozioni che portano oggi davanti al pubblico?

In appendice un elenco molto dettagliato delle donne giocoliere, compilato da Ariane Oechsner, con contributi sostanziali da parte di Jiiyy Juggler, Eloi Prieur, Rocío Contreras, Ralph öllinger, Franziska Schmeil, Ivan Pajak, Stefan Hohenberger

Isabelle Dubois

1
Il collettivo “100% plastik” fu creato da me e Audrey Decaillon nell'ottobre del 2011 e da allora siamo ancora in creazione per uno spettacolo che debutterà nel 2014. Fin dagli inizi abbiamo cominciato a invitare altre giocoliere a lavorare insieme. Visto che non siamo in tante a giocolare abbiamo pensato di creare un collettivo femminile per vedere cosa avremmo potuto creare insieme; esiste l’uomo, esiste la donna, e la donna ha delle cose che gli uomini non hanno. Non siamo femministe, ma solamente pensiamo che la donna abbia una qualità di bellezza sulla quale abbiamo deciso di lavorare; nella vita da sola lavoro con oggetti differenti per creare un universo personale ed arrivare a creare un mondo folle ed assurdo che esca dalla realtà

2
io personalmente ho lavorato molto sull’ossessione, perché nella giocoleria c’è molto l’ossessione dell’allenamento, ore ed ore ad allenarsi; importante é inoltre lo spazio, la relazione tra corpo e oggetto e come arrivare a trovare il tuo proprio spazio in questo contesto, come mettere la giocoleria al servizio del tuo
personaggio

3a
l'esperienza al Rencontre è stata molto carina, perché è qui che ci siamom incontrate la prima volta, ed è qui che un anno e mezzo dopo ci hanno dato la possibilità di una “carte blanche”. Abbiamo realizzato un mix tra il nostro universo personale e il nostro universo collettivo. Siamo molto contente dell’esperienza, ora continuiamo la creazione di un vero spettacolo a 5; non abbiamo messaggi femministi da portare ma vogliamo vedere cosa possano creare 5 donne

Audrey Decaillon

1
Donne giocoliere! A mio parere non è una definizione, le donne giocolano e questo è un fatto, non una definizione. Naturalmente possiamo intravedere che il loro modo di giocolare è un pò diverso da quello degli uomini, ma non tanto. Ci sono donne che lavorano solo sulla tecnica, e altre che lavorano più con i loro corpi, alcune ragazze conquistano una grande sensibilità con gli attrezzi, ma se osservi il panorama dei giocolieri maschi troverai anche lì questa varietà. Direi che la differenza più evidente è che la maggior parte delle donne non sono monomaniaco, quindi probabilmente la loro tecnica non è così forte, ma la loro sensibilità e la capacità di concentrarsi su cose diverse apporta probabilmente qualcosa di diverso nell'arte della giocoleria. Per me ciò che è interessante nel termine Donne Giocoliere non è il termine Giocoliere ma piuttosto cosa significa essere una Donna oggi?

2
Non saprei davvero cosa dire! Naturalmente quando ci si allena così tanto su qualcosa scateni molte emozioni diverse, a volte odi la giocoleria, a volte diventa una forma di meditazione, a volte è divertente, altre volte è uno strumento per ballare in una festa, a volte è noioso, ma la maggior parte del tempo è il tuo lavoro nel bene e nel male. Non so cosa dire sugli attrezzi, è più un rapporto con la giocoleria in generale. Per lo più mi esibisco con le clave, ma mi diverto un sacco ad allenarsi con altro attrezzi, ed è sempre interessante provare un nuovo oggetto.

3a
L'esibizione come effetto collaterale della giocoleria, per me portare in scena una routine di giocoleria è meglio che provarla per 10 volte. In giocoleria è così difficile evitare errori che è sempre necessario portare in scena un livello più basso di quello di cui sei capace. Ma penso che questo possa migliorare se tu entri insintonia con te stesso, piuttosto che con la tecnica. Se la tua sfida prima di andare in scena è di non far cadere gli attrezzi allora dovrai fare in modo di non correre rischi, ma se la vostra sfida è quella di divertirvi e di entrare in sintonia con la vostra arte, allora devi metterti in gioco in modo più rischios.
Non ho frequentato una scuola di circo, così la mia prima ragione per esibirmi era mostrare al pubblico e a me stessa ciò di cui sono capace! Ora che sono diventata professionista le mie emozioni e la mia sfida è di essere più rilassata possibile e di condividere un momento di sincerità con il pubblico e con me stessa.

Lana Paic

1
Notoriamente siamo poche donne in questo mestiere, e mi sono chiesto tante volte il perché di una giocoleria al femminile. Vogliamo reagire contro gli uomini? Ma no, in realtà mi sono detta che oggi sono molte le strutture che vogliono mettere questo in evidenza, perché ci si rende conto che esistono delle giocoliere e che hanno qualcosa di diverso. Ma penso che sicuramente le donne nella giocoleria hanno un rapporto diverso, sono meno interessate alla performance puramente tecnica e pensano meno al
numero di oggetti che lanciano in aria. Sono più propense ad un rapporto dolce con l’oggetto, ricercando più nella fragilità, cercando di creare forme differenti, utilizzando anche il proprio corpo.

2
I miei attrezzi sono le clave. Con loro ho momenti di grande passione e le tengo sempre con me, mentre a volte posso anche trascorrere due settimane senza toccarle; ho una relazione di amore libero con le mie clave! Per esempio in questo momento sono più interessata nella manipolazione di altri oggetti. Quando lavoro con le clave il mio obiettivo è la personificazione dell’oggetto; penso a rendere l’oggetto vivo, personificare la clava e vederla come un partner. Per me questa è la cosa più bella nella giocoleria.

3a
Mi piace molto questo festival, ci sono molto buoni scambi tra la gente e ho visto spettacoli molto belli. Non è un ambiente di convention, tutto ruota intorno allo scambio artistico, un mondo di giocolieri, ma non giocolieri giocolieri!! L’esperienza di questo cabaret è stato un crash test, l’anno prossimo avremo la prima qui del vero spettacolo, posso dire che la Maison des Jonglages sarà quindi per noi l’inizio, la metà e la fine.

 Gaelle Cathelineau

1
Sicuramente bisogna partire considerando che come donne abbiamo un corpo e una maniera differente di muoverci, come la femminilità, la grazia. Non che un uomo non possa farlo, ma penso che noi donne sviluppiamo un rapporto diverso con l’oggetto. Penso che siano anche le differenze fisiche che alimentano la nostra differenza; per esempio le donne sono meno portate per la pura tecnica e la giocoleria dei grandi numeri; non sono sicura che noi donne apportiamo qualcosa di più, ma sicuramente abbiamo un rapporto differente

2
Quando ho cominciato a giocolare non la vivevo come una necessità, ora sono nove anni che gioco ed è solo da tre anni che la giocoleria mi ha coinvolta molto di più e ho cominciato ad avere un rapporto di necessità con l’oggetto; le clave sono un oggetto di lavoro, ma sono molto importanti ora che giocolo tutti i giorni, è diventata un po' come una droga, se non gioco per una settimana sono stressata!

3Le mie emozioni sono state tante, compreso tanto stress. In effetti ritrovarsi in 6 ragazze è stata una scelta, che ha generato tante aspettative... ma non dobbiamo cadere in luoghi comuni, vogliamo con successo dare il meglio e farlo insieme! Anche se  non è facile! Il Cabaret a la Maison des Jonglages è stata una buona esperienza. Abbiamo avuto una bella dose di stress sul montaggio delle parti collettive, ma è una cosa normale, considerando che questa è stata la nostra prima uscita ufficiale di fronte ad un gran pubblico...

Cecilia Zucchetti

1
Mi sono sempre chiesta come mai nel mondo dei giocolieri la percentuale più alta sia sempre maschile, e nonostante abbia provato molte volte a trovare una risposta concreta non sono mai arrivata ad una conclusione soddisfacente. Sicuramente noi donne abbiamo un modo di approcciarci a questa specialità differente da quello degli uomini, ma è difficile dire il perché; spesso si dice che noi siamo meno competitive, meno interessate alla tecnica pura e fine a se stessa, ma per esempio tutte le donne che fanno discipline aeree, verticali, o le ginnaste sono sempre anche loro alla ricerca di migliorare le proprie abilità tecniche e sono competitive quanto lo può essere un giocoliere. Ho spesso pensato che tutto sia dovuto al fatto che il giocoliere deve sviluppare una concentrazione ed una costanza molto diversa. Un giocoliere non solo deve domare il proprio corpo, ma deve anche controllare un oggetto che ne è al di fuori, e soprattutto all'inizi è l'oggetto il protagonista.
Noi donne abbiamo una fisicità differente da quella degli uomini e credo che il più gran contributo che apportiamo alla giocoleria sia quello di integrare l'oggetto al nostro corpo, studiare un modo per cui gli oggetti siano e diventino parte di noi, del nostro movimento, un prolungamento del nostro corpo.
Forse è per questo che in generale siamo meno attratte dalla giocoleria dei numeri e cerchiamo di inserire l'espressione corporea e il sentimento all'interno del nostro gioco
Personalmente ho iniziato con un approccio "maschile", mi allenavo ore ed ore provando e riprovando gli stessi trick, cercando di arrivare al trick più difficile. Ma con il passare del tempo ho cominciato a fare più attenzione al corpo, all'espressione, alla ricerca di un mio modo personale di relazionarmi all'oggetto e al pubblico
Spesso mi capita anche di pensare che in fondo è molto più marcata la differenza solo per il fatto che noi donne siamo in minoranza, e viene naturale la tendenza a chiedersi come mai e quale siano le differenze, perché in realtà come esistono uomini che hanno una grazia ed una tecnica diciamo "femminile" ci sono altrettante donne che hanno un approccio più "maschile" ;
In realtà una cosa che mi ha sempre dato fastidio è il pensare di essere viste come brave giocoliere solo per il fatto di essere donne e pensare che un uomo che avesse fatto le stesse identiche cose forse non sarebbe neanche stato considerato; il fatto di sentirsi dire "non male per essere una donna!" oppure "per te è facile trovar da lavorare tanto sei donna!"

2
Se dovessi descrivere con una metafora il rapporto con le mie clave direi che si è evoluto nel tempo seguendo le fasi di un amore; c'è stato l'innamoramento, il non poter farne a meno, l'odio, i litigi, e l'equilibrio di una convivenza; all'inizio la passione per la giocoleria diventa un ossessione, un bisongo fisico e mentale, hai un rapporto di quasi dipendenza con il tuo oggetto, lo porti sempre con te, e se non giochi per anche solo due giorni è come se ti sentissi in colpa!
Poi il rapporto cambia, passi il momento in cui ti sembra che i tuoi oggetti ti stanno tradendo, non trovi più in loro lo stimolo per andare avanti e sei obbligato a cercare altrove, ad aprire lo sguardo. Credo questo sia il momento più importante perché ti trovi davanti ad un bivio e cominci a marcare la tua strada, ed a cercare la tua espressione personale.
Io ho cominciato a vedere poi le mie clave come materiale di lavoro, ma allo stesso tempo parti di me, perché é attraverso loro che riesco ad esprimermi quando sono sul palco. Ora se parto per il weekend, posso lasciarle a casa senza sentirmi in "colpa", posso lasciarle in camera e non usarle per una settimana, ma é un po come se sapessi che loro sono li sempre pronte a creare e a fondersi con te

3b
Purtroppo non ho mai partecipato ad un vero e proprio collettivo di sole donne, e penso che potrebbe essere un'esperienza molto interessante, ma allo stesso tempo forse limitante sotto certi aspetto. In questi ultimi due anni ho avuto molte esperienze in grandi festival e anche esperienze di creazione molto interessanti che ti portano sempre a crescere, sia come persona, sia come giocoliere; vedere uno spettacolo crescere, vedere il pubblico sorridere, ti accorgi forse di quanto sia un po' superficiale pensare in termini di uomini o donne. Alla fine quando sei sul palco ciò che trasmetti al pubblico dovrebbe essere qualcosa di vero e istintivo, che in quell'istante non lascia il tempo nemmeno di riflettere se tu sia un uomo o una donna, ma un artista!

 Doreen Grossman

1
Esiste una giocoleria al femminile perchè ci sono tante donne che si appassionano alla giocoleria e che lavorano a trick originali. La ragione per cui diventa un tema da dibattere è principalmente nel mercato, perché ci sono tanti uomini e poche donne, ancora di meno che lavorano in gruppo. Personalmente mi sento una donna e sul palco una donna che giocola, ma non faccio cose particolarmente femminili, anzi ho un repertorio abbastanza "classico" in questo senso

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Per me gli attrezzi sono solo degli oggetti; ci tengo, li curo, li pulisco, gli faccio una buona manutenzione. E' un rapporto molto funzionale, come posso averlo con la mia bicicletta.

3b
Agli inizi, essendo di natura un po' nervosa, ho scelto di esibirmi in pubblico perché mi piaceva l'adrenalina sul palco e la sensazione di calma che mi pervadeva dopo lo spettacolo. Ora che non sono più tanto nervosa in scena mi piace creare delle emozioni, sentire la gente che mi racconta come si sia emozionata. Mi piace per lo stile di vita, mi permette di viaggiare, lavorare con gente molto simpatica. Inoltre sono abbastanza timida e sul palco mi sento un'altra persona, più sicura e aperta alla condivisione

Christine Oymann

1
Direi che in genere non c'è differenza tra uomo e donna, ma nella giocoleria c'è un'evidente disparità in termini di numero di praticanti e di professionisti. E questa rarità rende speciale essere una giocoliera, che devono essere molto tenaci. E' una disciplina dura, devi saperti imporre sul palco, essere disciplinata nel modo di esprimerti col corpo.

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Giocolo quasi sempre con le clave, perché sono cresciuta giocolando clave e perché passing con le clave è una pratica molto diffusa. Le porto sempre con me, anche in giro per la città, perché può sempre presntarsi una buona occasione per giocolare. Ma sono pronta a giocolare con quello che trovo in giro quando ho voglia di farlo, perché la giocoleria la porto dentro. La forma e il colore delle clave è importante per me, mi piace tenerle in ordine, sono come il costume di scena, e per questo mi piace cambiare colore e forma per spettacoli e stati d'animo differenti.

3b
Performing è importante per me perché posso esprimermi e anche farlo in fronte ad un pubblico. Mi piace attraverso la giocoleria raccontare agli altri qualcosa di me e del mondo. Ho imparato e apprezzato col tempo ad esibirmi, e lo faccio anche per convincere altre donne giocoliere che è possibile salire su un palco ed esibirsi come giocoliere.

Michela Samaki

1
La giocoleria al femminile esiste se le donne vogliono farla esistere. E' diversa da quella maschile, perché puntiamo meno ai numeri e più a come ci muoviamo. Io per esmpio nella giocoleria porto il mio bagaglio di ginnasta ritmica e danza contemporanea

2
Giocolo con le clave preferibilmente, venendo dalla passione della ginnastica ritmica di lanciare gli oggetti. Un rapporto di passione, senza nevrosi se cascano. Un rapporto molto sereno, sono felice di poterle usare, accetto la sfida di provare nuovi trick, ma sono io a decidere quanto stare insieme!

3b
Le emozioni sul palco sono diverse a secondo delle situazioni. Ieri alla convention brianzola sul palco c'era tanta energia, e questo incrementa lo scambio. Quando accetti di metterti in gioco attivi sempre uno scambio col pubblico, in ogni caso, e questo è molto interessante per chi si esibisce.

Christelle Herrscher

1
Naturalmente il livello tecnico delle donne è in media più basso, ma la nostra sensibilità è diversa e la capacità di muoversi on stage maggiore. Ma non ho mai pensato che dovessi essere in qualche modo differente in una discipina prevalentemente maschile. Non credo sia così. Non credo che abbiamo niente da dover dimostrare come donne sul palco. Mi sforzo di portare un'estetica della bellezza, è quello che mi interessa sviluppare, ma questo è uno sviluppo artistico che non ha attinenza con il sesso di appartenenza

2
Le clave sono per me degli attrezzi, ma lavoro anche con uova, pietre, vinile, oggetti di uso quotidiano e con loro ho un rapporto di affinità e feeling più particolare, legato anche alla loro presenza nella vita di tutti, cosa che non puoi avere con gli attrezzi di giocoleria. Avevo una grande collezione di gusci rotti di uova e ogni volta che mangio delle uova ho chiaramente delle immagini particolari davanti. Ho distrutto migliaia di dischi in vinile, ancora mi piacciono, hanno una storia, sono particolari al tatto. Quando entro in un negozio di dischi, mi piace molto la musica, ma non posso non pensare a quanto vorrei giocare con tutti quei dischi.

3a
Non ero parte del collettivo che ha organizzato il cabaret, ma sono stata gentilmente invitata da loro ad unirmi. Non mi è piaciuto essere presentata come una giocoliere donna, come se fossimo animali rari. Non mi sento inferiore, differente, certo ho la mia personalità nutrita da un background di danza, ma in genere non mi piace essere considerata "rara". Porto con me molti feed back positivi ricevuti dopo la performance. E' bello essere parte di questo evento, essere capace di esibirmi di fronte ad un pubblico così esigente come quello di Rencontre.

Frix

1
Giocolieri Uomini, significa qualcosa per voi? Vi passerebbe mai per la testa di chiedere questo ad un uomo? Spero che la mia giocoleria sia diversa, rispetto a quella di altri uomini o donne. Credo che la giocoleria di ognuno sia diversa e in qualche modo unica. La misura con cui si coltivano l'originalità e la profondità della tecnica è lasciata all'individuo, indipendentemente dal suo sesso.

2
Un giorno la sfera mi è caduta realizzando la caduta perfetta, quella che sembra impossibile; tanti rimbalzi, rotolando giù per la ripida collina, sfuggendo ad una macchina che la stava investendo (come nei cartoni animati) e poi infilandosi in un piccolissimo buco per atterrare e fermarsi al centro di una linea ferroviaria 3 mt. più giù. Per una settimana ho provato tutti i possibili modi "legale'' per riavere la mia palla; polizia, gestione delle ferrovie... senza alcun risultato. Dalla disperazione ho iniziato a fare trainspotting, cronometrando per una settimana tutti i passaggi dei treni... poi sono tornata con un amico che mi tenesse d'occhio i binari... alle 3.24 ho fatto un salto sui binari, corso verso la palla, alle 3.25 stavo risalendo il muro , 3.25.36 ero di nuovo in strada mentre un treno mi suonava con forza vedendomi scavalcare muro. la mia palla di silicone era tornata, il mio cuore batteva forte, ero felice. 10 anni dopo, nello stesso posto, con lo stesso amico, ho pensato che quella era stata una cosa davvero stupida da fare. Oggi non avrei probabilmente aspettato una settimana e l'avrei presa subito.

3b
Volevo viaggiare e giocolare ed esibirsi sembravano di essere gli strumenti e le competenze perfette da condividere in giro per il mondo; è stata una vera opportunità per scoprire luoghi, incontrare persone e avere qualcosa da dargli, scambiarsi un momento che è così diverso dalla normale interazione umana. Al momento sto lavorando ad accettare il corpo lontano da preconcetti e comportamenti stereotipatati. Un pubblico è sempre diverso, sento che oggi il pubblico è molto accogliente. Mi mancano i giorni in cui verdure marce o fiori volavano sull'artista? Credo che sarebbe una sfida bella e fantastica per un giocoliere essere bombardato dal pubblico con oggetti di qualche tipo!

Anni Kupper

1
Nelle isole Samoa la giocoleria era appannaggio delle donne, costume che ho raccontato anche su un articolo per Kaskade. Chiaramente è un vantaggio essere una donna che giocola oggi. Per esempio io sono stata contattata per entrare nel collettivo perché sono una giocoliera, e prima ancora che terminassi la mia formazione professionale alla scuola di Tilburg. Questo è un grande vantaggio ma d'altro canto ci sono sempre questi commenti tipo "ehi, sei davvero brava, per essere una giocoliera donna!". Non voglio guardare al mio lavoro artistico solo come donna, piuttosto mi piace relazionarmi al fatto che sono un essere umano con una propria personalità

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Ho tante clave a casa, un set per allenarmi, uno per esibirmi, ho anche tanti vecchi set usati negli anni, ma alla fine non sono così importanti. In genere pongo più attenzione ad un giusto allenamento con il mio corpo come attrezzo principale di cui prendermi cura, un set di clave nuove fatte di plastica e legno si può sempre facilmente comprare! Ricordo che durante la presentazione del collettivo a Tolouse, essere solo donne sul palco e utilizzare tutte le clave ci ha fatto riflettere su come evitare che le clave diventassero un simbolo maschile, e da questa riflessione è maturato un utilizzo diverso delle clave sul palco

3a
Sono davvero felice di essere qui. Sono venuta qui qualche anno fa quando avevo cominciato scuola e mi aggiravo ammirando i miei giocolieri favoriti esibirsi in scena, e ora sono proprio io ad esibirmi! Mi piace lavorare in questo gruppo, è così diverso dal lavorare e viaggiare da sola in giro per convention ed esibizioni. Isabelle e Audreuy hanno avviato il progetto nell'ottobre 2011, contattando altre ragazze e facendo ricerca nei laboratori, con l'idea di creare uno spettacolo. Sono stata contattata da loro l'anno scorso e da allora siamo ancora in creazione e lo spettacolo debutterà nel 2014

Dulce Duca

1
Penso ad essere umani che si esprimono, femminile o maschile sono qualità degli esseri umani, e la giocoleria è fatta per persone che attraverso la giocoleria si esprimono come possono e come sanno. La donna cerca sempre il femminile nella giocoleria perchè la giocoleria è stata a lungo maschile.

2
Per me gli attrezzi sono uno specchio. Qualcosa che ho incontrato e che aiutano a realizzarmi come persona. Le persone che ammiravo facevano clave e così mi sono fatta trasportare da loro e dal fascino per l'equilibrio, una disciplina che mi dava gioia nel praticarla. Come per i fidanzati mi piace avere un tempo in cui si sta lontani, per poter sentire la voglia di stare insieme e poter trascorrere almeno 5/6 ore al giorno.

3a
E' la mia prima volta al Rencontre, con un pubblico così particolare, e poi ritrovarmi insieme a persone che quando ho cominciato a praticare erano dei miti. Tutto questo mi rendeva un po' nervosa. Ed è stata un'opportunità magnifica poter condividere questa esperienza con loro, conoscerli da vicino e scoprire la loro semplicità e il loro valore.

Rose Zambwesi

1
Io penso che ci sia differenza tra la giocoleria femminile e quella maschile, soprattutto per quel che riguarda la presentazione, il movimento, la grazia. Non a caso gli attrezzi scelti dalle donne sono più legati al movimento del corpo, alla danza. Per quel che mi riguarda ho scelto il contact come disciplina di giocoleria e l'ho legato molto alla danza, al movimento e all'intensità.

2
Per me c'e' una separazione molto netta tra queste due situazioni. Quando mi alleno e entro in contatto con le mie palline da contact vivo un momento molto magico, una concentrazione e un rispetto verso me stessa molto intenso. La festa è invece completo rilassamento; sono due cose completamente diverse, la prima è molto interiore, quasi religiosa, rituale, l'altra esteriore e gioiosa.

3b
Ho iniziato questo mio viaggio nel mondo della giocoleria e dello spettacolo contemporaneamente… poi lentamente le due cose si sono separate e ora ogni volta che devo presentarmi in pubblico sento molto di più il bisogno di concentrarmi, di interiorizzare la mia essenza; sento che così posso trasmettere di più al pubblico. Quello che sento è che il pubblico oltre alla bellezza della performance sente molto di più la mia concentrazione, la mia unità, la mia presenza interiore e quindi in un certo senso l'attrezzo, le palline, è come se sparissero e rimanesse solo l'essenza del mio essere.

Kati Yla-Hokkala

1
A mio modesto parere ci sono molti generi diversi di giocoleria; buono, cattivo, interessante, non interessante, sportivo, vicino alla danza, pretenzioso, introverso, da solo, in gruppo, giocoleria che è concepita per essere vista da un pubblico e giocoleria che non lo è. Sono sicura che ho dimenticato molti altri generi. In ciascuno di questi generi ci sono giocolieri donne e uomini. Spero di dare lo stesso contributo alla giocoleria come lo sperano tutti i giocolieri uomini; se ci riusciamo o no, è un'altra questione!

2
Porto con me ovunque i miei attrezzi. Ho dato a ciascuno un nome e sento una forte connessione con loro. Non riesco a immaginare una vita senza di loro. Oh no! mi dispiace, io lavoro in un gruppo, e tutti i nostri oggetti di scena si mescolano costantemente! Non so mai di chi sono gli attrezzi che in quel momento sto giocolando e nemmeno mi interessa. Purché gli anelli non siano troppo nuovi e quindi troppo taglienti! Nè fate nè sorelle, semplicemente vecchie e pratiche palle, anelli, clave.

3b
Ho cominciato ad esibirmi quando ero molto giovane. Sorridendo e facendo smorfie disperatamente per cercare di guadagnare punti. Suppongo che questo si sia trasformato in una sorta di dipendenza di attenzione. In realtà mi parte una brutta reazione se non riesco ad esibirmi spesso e divento ancora più insopportabile!
stefania garaccioni

Stefania Garaccioni

1 + 2 + 3b
Ho l'anima giocoliera da più di 10 anni e ogni volta che creo una performance mi chiedo cosa significa mettermi in scena per me e per la mia vita in questo momento. Essere donna e giocoliera è un pò questo per me: partire da sè, partire da me. Nella mia esperienza le differenze vanno esaltate, messe in evidenza: la differenza di genere ne fa parte, è un valore aggiunto ma difficile da definire perché proprio il lasciarmi svelare e sorprendermi di me stessa ne è ogni volta l'elemento essenziale.
Forse rischio di sembrare troppo astratta, ma d'altro canto è nell'aria, a terra o su di me che finiscono tutti gli oggetti che mi accompagnano in questo mestiere, in quest'arte.
Quando dico "svelarmi" rischio di sembrare schizofrenica (e un pò lo sono!) ma il senso è quello di ricercare, sia come giocoliera sia nella creazione di una performance, un ritmo vitale, ciclico, che ha pazienza, celebra e rende manifesto (un po' come accade nella danza butoh e forse anche nel parto) qualcosa che è profondamente dentro di me, così profondo da essere ignoto anche a me.
Gli oggetti di giocoleria non sono oggetti dunque ma dovremo chiamarli soggetti, così da vivificare la materia stessa che partecipa a questa celebrazione che altro non è che una relazione come dicevo all'inizio. Clave e palline sono state le compagne dei miei viaggi, hanno condiviso con me emozioni, successi, fallimenti e incontri. Sono state per me "tatto, contatto" con qualcosa di me che permettevano di accadere.
Con quest'anima giocoliera che sento dentro insomma dono qualcosa di me, nella fase di creazione non so da dove parto e dove arrivo ma quando tutto è completo ritrovo sempre un inizio a cui segue una fine. E' un gesto di fiducia quello di porsi davanti ad un pubblico, mi dono, mi svelo, mi spoglio di fronte agli altri e dico di me, abbandonandomi a questa relazione con fiducia.

Selyna Bogino

1
In verità la definizione di giocoliere donna per me non ha moltissimo significato, prima di tutto perchè proveniendo da uno scenario artistico circense per me è sempre stato normale che tutti i numeri fossero fatti da entrambe le parti senza particolari discriminazioni diciamo,e questo già in anni in cui una donna che lavorava non era affatto usuale. Sono cresciuta con genitori e nonni che mi raccontavano storie sul circo dei loro tempi e a quell'epoca un numero qualsiasi fatto da una donna acquistava di valore in quanto più raro.
Ora però la situazione è diversa e almeno dal mio punto di vista,ogni numero sembra avere una predisposizione per un genere femminile o maschile.
Io per esempio in quanto “antipodista” faccio parte di una categoria a stragrande maggioranza femminile e la cosa un po' mi dispiace perchè una cosa che mi piace molto vedere (e fare quando mi è possibile) è vedere il “lavoro” di un uomo fatto da una donna altrettanto bene o meglio e viceversa.
Non so che contributo potrei dare alla giocoleria in quanto donna.. . ciò che spero di dimostrare col mio numero almeno è che un numero fatto da una donna non deve per forza di cose essere solo una passerella per far vedere il proprio corpo (come spesso accade nella mia “categoria”,c osa contro cui non ho nulla, ma mi dispiace vedere che ci si limiti a così poco potendo far di più) ma anche e sopratutto una dimostrazione di tecnica,di passione per il proprio lavoro e testardaggine nell'esercitarsi tanto per presentare qualcosa il più perfetto possibile.

2
I miei attrezzi... oh mamma... penso che si siano presi tanti di quelle parolacce negli anni poverini!! Ogni qual volta mi sono incaponita con un trick particolare che non mi riusciva, specialmente se per poco, si sono presi certi insulti...! Un paio di volte li ho proprio lanciati dalla rabbia...
In generale però il mio rapporto con loro è molto buono... mi è stato insegnato di portar rispetto per ciò che mi avrebbe fatto lavorare quindi me ne sono sempre presa cura... eppoi si tende ad esserci affezionati dopo un po' di tempo che li si utilizza, ti abitui a loro, alle loro imperfezioni e quando vedi che è proprio ora di usarne di nuovi perchè i tuoi sono consumati... non ti trovi mai bene come coi vecchi!

3b
L'esibirmi in pubblico è stata una conseguenza dopo tanto esercizio. La differenza che c'è stata in me prima e dopo la mia prima esibizione è stata che ho realmente capito quanto mi piacesse dopo un secondo e mezzo davanti ad un pubblico.
Mi veniva naturale sorridere mentre mi esibivo davanti a un pubblico di sconosciuti, perchè mi sentivo fiera di ciò che stavo facendo e lo sentivo, mentre tutte le volte che avevo provato a farlo in prova mi sembrava sempre una forzatura.
Ad oggi, a distanza di quasi 8 anni da quella prima sera, la sensazione non è cambiata, i debutti continuano ad essere momenti di nervosismo ed emozione, magari mitigati dall'esperienza ma sempre con quel retrogusto che penso non debba mai mancare quando si fa questo mestiere.

grazie a tutti per il contributo dato, e in special modo a Jiiyy Juggler, Eloi Prieur, Rocío Contreras, Ralph öllinger, Franziska Schmeil, Ivan Pajak, Stefan Hohenberger per i loro contributi rilevanti (nota di ringraziamento di Ariane Oechsner)