“Una pallina…una clava…un anello, un qualsiasi oggetto lanciato in aria vive una vita sospesa nell’insicurezza di non sapere se verrà preso alla fine del suo viaggio.”
Penso che questa sia la miglior similitudine per spiegare come mi sento io e che cosa provo nei confronti della giocoleria e del mio lavoro di giocoliere. Da circa 15 anni a questa parte ho messo anima e corpo nell’ attività di giocoliere e non sono più sicuro di niente, sarà la mia strada? Continuerò a lavorare? Il pubblico e la sempre più folta comunità di giocolieri continuerà ad apprezzare il mio lavoro?...
...Il mio rapporto con la giocoleria, come in tutte le storie di profondo amore, ovviamente è cambiato nel tempo tra litigi, gioie, pause, infortuni forzati e nuovi orizzonti. La giocoleria mi ha regalato l’ingresso gratuito nel mondo del circo, che guardo con profondo rispetto e di cui cerco di fare parte combattendo e provando a meritarmelo giorno per giorno. Se “l‘ingresso è libero ma l’uscita è a cappello”… per me l’uscita coincide con l’ingresso, o meglio con l’invito a predispormi al circo con dedizione, stimolo, creatività, passione, impegno e rispetto, ancora e ancora.
(estratto da intervista pubblicata su JM100. Link all'intervista integrale)