Nasco a Sassari 28 anni fa. Incontrai la giocoleria a 16 anni, quella vera provando a lanciare tre palline di carta e scotch a casa di mia nonna grazie a zio Michele, il primo maestro; ma i miei compagni delle elementari mi ricordano che in classe facevo già girare due mandarini. Dal 2000 al 2004 successe di tutto: le mie prime animazioni, il gruppo di spettacolo di strada “Otto, Borlotto e Smilzo”, la mia prima e indimenticabile convention a Porano nel 2003 e per concludere in bellezza ecco la Scuola Di Cirko Vertigo. Presi coraggio e dopo aver salutato la famiglia, la città, gli amici e gli studi, arrivai a Torino, selezione superata e finalmente eccomi pronto a dedicare tutto il mio tempo a quello che amavo. Primo stage di giocoleria alla scuola: Jay Gilligan. Adoro la sua tecnica, le sue idee e il modo di fare, lo definisco un gran maestro, esploratore e inventore. In due settimane di stage con lui capii più cose, mi appassionai ai multiplex, ai lanci sincronici, ai siteswap, avevo un metodo da seguire. Esibirmi in pista per tre mesi in un circo tradizionale mi aiutò tantissimo sin dal primo ingresso quando Vladi Rossi, il clown, mi disse “non importa cosa fai, ma come lo fai”. Questa è la mia filosofia, la applicai dai primi numeri che presentai in piccoli teatri e convention. Mi piace la tecnica classica, ma sfasata, non adoro salire di numero, mi piace mischiare il tutto: prima 6, 3, poi 5 e anche 1 oggetto. Le palline rimangono il mio attrezzo preferito, non sono affatto perfetto, i drop in scena ci sono e mi aiutano parecchio nel completamento della routine. Adoro le piroette, mi piace quel momento magico quando qualche attrezzo o tutti è sono in aria e tu puoi concederti un giro su te stesso. Da un paio d’anni sono concentrato sugli anelli, ma soprattutto sul personaggio del nerd che continuo a presentare al pubblico. Nerd e anelli, una bella combinazione di comicità, tecnica e goffaggine, rientra qui perfettamente la frase “non importa cosa fai, ma come lo fai”!
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