Quest’anno (2005) ho festeggiato i miei primi dieci anni di giocoleria alla convention europea di Ptuj, avevo iniziato a far girare tre palline nell’agosto del ’95. La mia prima convention è stata nel ’97 a Bruxelles,in una scuola di circo, eravamo sei italiani e ci portò Bruno come assaggio di quello che sarebbe stato l’evento di settembre: la convention europea a Torino. Non avevo conosciuto tanti giocolieri fino ad allora e vederne così tanti tutti insieme e così bravi tecnicamente (avevo iniziato da due anni e 5 palline o 4 clave mi sembravano impossibili) mi stimolò talmente tanto che andai 2 mesi ad allenarmi al Circuì Space di Londra e successivamente allo "Capitò" di Lisbona. L’anno dopo mi iscrissi all ‘ Accademia del Circo di Cesenatico. Da lì la giocoleria divenne un bisogno fisiologico nel mio quotidiano, anche 12 ore di allenamento al giorno 7 giorni su 7.
Così arrivai alla prima convention italiana letteralmente "in botta piena". Mi piaceva molto conoscere altri giocolieri e passarsi nuovi trick o fare passing. Potevo stare ore e ore a giocare senza accorgermi di quello che succedeva intorno, mi interessava solo una cosa: lancia, prendi, backcross, shower e cercare nuove traiettorie e nuove geometrie; andavo sempre in giro con lo zainetto degli attrezzi, come una seconda pelle. Poi ho cominciato a fare i primi spettacoli in strada e mi sono interessato anche ad altre cose: come stare di fronte a un pubblico, come montare una routine tecnica o semplicemente uscire di casa senza lo zainetto…
Ultimamente non ho frequentato molto le convention italiane, ho preferito prendere qualche data e lavorare l’ammetto, ma se prima ero interessato esclusivamente alla tecnica, oggi vado alla convention per incontrare amici e vedere qualche numero. Complice anche l’esperienza al circo, mi piace l’idea di lavorare per montare numeri da 6-7 minuti e mi attira sempre più la dimensione del palco o della pista, il pubblico seduto e attento, le luci (ho scoperto che per i giocolieri più ce n’è meglio è, come giocare in pieno giorno). Adesso fare il numero con Davide mi diverte tantissimo, e lo stato d’animo prima di entrare in scena, oltre alla concentrazione, è più di chi sta andando a farsi un giro sulle giostre per divertirsi che non di chi sta per andare al patibolo, come succedeva le prime volte.
Oggi c’è tanta voglia di innovazione, di ricerca, e la giocoleria "classica" è sempre più difficile da proporre, ma a me continua a piacere moltissimo e mi ritengo fortunato a poter lavorare con numeri classici. Perché se è vero che devi confrontarti con il mercato e proporre un "prodotto originale", sono dell’idea che si debba puntare su ciò che più ti da soddisfazione ( se non è possibile nella vita di tutti i giorni, almeno nella mia passione cerco di fare ciò che mi piace). Comunque questa voglia di ricerca fa sicuramente bene alla giocoleria e ai giocolieri (classici e non), a volte però ho l’impressione che il così detto "nuovo" sia un po’ forzato e usato per mascherare carenze tecniche a favore di un "prodotto originale" da commercializzare. Poi però ci sono giocolieri e artisti di circo definiti "nuovi" dalla tecnica altissima e che non lesinano a mostrarla nei loro numeri. Adesso che finisce la stagione estiva vorrei riprendere gli allenamenti in palestra(la convention europea è sempre stimolante grazie all’alto numero di partecipanti, alla varietà di attrezzi usati e all’alto livello diffuso) e aumentare il numero di oggetti da lanciare e magari montare un nuovo numero con Davide per i Los Fabulosos.
Alla convention italiana mi piacerebbe vedere più numeri italiani ad alzare il livello di open-stage e gala e più ospiti stranieri a tenere laboratori (in Italia, si sa, siamo ancora un po’ indietro). Il nascere di tante convention locali non può che fare del bene al movimento italiano e dare nuovi spazi di confronto, feste, grigliate e palchi da sfruttare per nuovi numeri. In Italia, non troppo in là negli anni, mi piacerebbe vedere un circuito di spettacoli simile a quello dei varietè-cabaret tedeschi, con tanti numeri, tanti artisti e tanto lavoro per tutti! Tra gli artisti giocolieri che mi hanno stimolato e ispirato: Dino Lampa, Rafael De Carlos, Jerome Thomàs, Thomas Dietz. e poi quelli visti solo in video, i "grandi": Rastelli, Brunn, Kremo, Gatto, Ignatov e via con il lungo elenco noto ai più.
Raoul Gomiero
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