In quanto giocoliere ho sentito la necessità di avere una routine, una sequenza di figure sempre uguale a se stessa, ovvero un numero adatto al pubblico con il quale poter lavorare nelle più svariate occasioni.
L’impatto con lo studio di una sequenza è stato fortemente segnato dall’incapacità di ricordare esattamente ogni lancio ed ogni movimento: da un giorno all’altro alcune piccole varianti si possono perdere e il rischio di sprecare un momento illuminante è elevato. Così ho provato a scrivere ciò che volevo eseguire con le mani e mi sono inabissato in una profonda confusione di parole, numeri, frecce ed altri simboli; alcune cose da me scritte mi sono risultate incomprensibili a distanza di pochi giorni e si è fatta largo l’esigenza di un chiaro sistema di notazione. Il fatto di non poter scrivere, quindi ricordare, alcune varianti trovate ha frenato il processo creativo e rallentato la costruzione del numero.
Da quando ho iniziato a giocolare mi sono interessato alla notazione SiteSwap nelle sue forme più semplici, senza approfondire le conoscenze e senza particolari esigenze. Da quando la giocoleria è diventata per me una cosa “seria” le esigenze sono aumentate e la sete di sapere si è fatta sentire.
Presa coscienza dei limiti di questo sistema ho affrontato una ricerca più approfondita, andando a cercare negli archivi digitali via Internet e nelle biblioteche di alcune scuole di circo europee; i risultati sono stati illuminanti, soprattutto alla luce di una visione d’insieme del tema e alla consapevolezza di vivere un momento storico di particolare fermento. Gli sviluppi del sistema incontrati, quali i diagrammi a scala, quelli causali e gli stati alterati, hanno colmato solo alcune delle lacune che mi avevano condizionato.
Il passo consecutivo è stato necessariamente quello di studiare e sviluppare una notazione che coprisse le condizioni non considerate dai sistemi già esistenti. Nasce così la Notazione Cartesiana, sistema che considera, oltre agli oggetti in volo, anche la posizione della mano al momento del lancio e della presa. Nel corso di quasi due anni di studio sono riuscito ad eliminare inutili simboli ed a limitarmi all’uso di concetti già presenti nel background culturale di ognuno di noi (quali le coordinate cartesiane, i concetti di positivo, negativo e neutro ed alcune basilari leggi geometriche).
Considerata la mole di materiale trovata mi sono deciso ad affrontare l’università e questa ricerca è diventata una tesi in Storia delle Teoriche Teatrali, presso l’Università di Bologna. Questo mi ha portato a sua volta ad approfondire i sistemi di notazione in generale, ed ha permesso di avvicinarmi alla Labanotation, sistema di scrittura per qualunque tipo di movimento, e a concentrare l’attenzione sul giocoliere più che sugli oggetti.
In conclusione, sono riuscito a scrivere la mia routine, posso finalmente evitare di pensarci costantemente per paura di dimenticarla; non mi resta che alzarmi dalla sedia e consolidarla fisicamente.
Stefano Tesauro
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