Quale circo contemporaneo in Italia?


(articolo pubblicato in versione interattiva sul n. 61 di Juggliong Magazine, dicembre 2013)

di Adolfo Rossomando

“Indubbiamente esiste da tempo una pratica delle arti circensi che origina nuove forme espressive, nuovi linguaggi artistici. Anche in Italia. In queste pagine ricorreranno termini quali Nuovo Circo, Nouveau Cirque, Circo Contemporaneo, Circo Teatro, Circo d’Innovazione ed altri ancora. Per capire quale sia il minimo comune denominatore di queste definizioni, per delineare i contorni italiani di questo fenomeno e per favorire la nascita di nuove, proficue collaborazioni abbiamo chiesto ad alcuni degli operatori italiani del settore di illustrare brevemente il loro pensiero, il loro lavoro ed i loro progetti.“

Introducevamo con queste parole sui numeri 20 e 21 di Juggling Magazine, nel lontano autunno del 2003, un ampio servizio dedicato al circo contemporaneo in Italia. Al suo interno trovavano spazio le riflessioni di Raffaele De Ritis, la carissima Alessandra Galante Garrone, Alessandro Serena, Gigi Cristoforetti, Valeria Campo, Paolo Stratta, Philip Radice, Alessandro Gigli, Roberto Bianchin, Livio Togni, Liana Orfei. Interventi molto interessanti e controversi al tempo, sintomatici dell’avvento di un nuovo genere che in Italia muoveva i suoi primi entusiasti, incerti passi. Erano gli anni in cui il Festival Internazionale di Circo Contemporaneo di Brescia, organizzato da Gigi Cristoforetti e forte di artisti provenienti da un già maturo circo contemporaneo francese, poteva considerarsi l’unico appuntamento/vetrina di rilievo internazionale del settore in Italia; intanto nascevano le prime produzioni e le prime scuole professionali aperte al nuovo genere, mentre il fenomeno mediatico del Cirque du Soleil era ancora lontano dal colpire l'attenzione delle maggiori testate nazionali ed entrare nell'immaginario collettivo italiano.

E sarebbe interessante andare a rileggere quegli interventi (disponibili su jugglingmagazine.it per consultazione), carichi di interesse, aspettative, intenti, per certi versi ancora attuali, per verificare cosa sia cambiato / successo / cresciuto in questi ultimi dieci anni. Eviteremo qui una lista dei tanti protagonisti di questi ultimi dieci anni (per proporla più avanti con maggiore spazio, dettaglio e completezza sotto forma di testimonianze e interventi), in cui abbiamo visto le scuole professionali crescere, fino ad entrare nella FEDEC e proiettarsi in un contesto internazionale; compagnie e artisti creare nuove opere, misurarsi con una nuova estetica e circuiti di assoluto rilievo, addirittura scommettere sull'acquisto di propri chapiteaux per favorire autonomia e itineranza; numeri di circo contemporaneo essere corteggiati/ospitati e riscuotere successo anche nei festival più espressamente "di tradizione"; festival di teatro urbano abbracciare programmazioni di circo contemporaneo ed iscrivere il proprio nome nel novero degli appuntamenti europei, e in alcuni casi entrare in Circostrada e/o partecipare a progetti europei al fianco di prestigiosi partner; importanti teatri e istituzioni aprire le porte e le programmazioni a rassegne, regie, festival di circo contemporaneo, registrando il tutto esaurito e l'entusiasmo di pubblico e critica; le compagnie internazionali di maggior rilievo visitare sempre più spesso l'Italia e offrire al pubblico e alla stampa l'occasione di entrare in contatto con i vasti orizzonti, ormai planetari, del circo contemporaneo; il tessuto delle scuole di circo ludico-educativo e dei progetti di circo sociale, vivaio di nuovi talenti e di nuovi pubblici, diventare sempre più capillare sul territorio nazionale e agganciarsi ai circuiti europei di NICE e EYCO.
Ma quali prospettive si aprono oggi per il circo contemporaneo in Italia? E cosa significa oggi parlare di "circo contemporaneo" in Italia e nel mondo? In questo "decennale" di servizi e reportage dedicati su Juggling Magazine al circo contemporaneo vorremmo sollecitare una nuova lettura del presente, per “mirare”, nel senso di perlustrarne gli orizzonti, lo scenario dei prossimi 10 anni. Lo faremo innanzitutto chiedendo e pubblicando i contributi di chi in Italia è oggi impegnato e attivo nel settore. Ma lo faremo anche strutturando in modo più articolato e continuativo l'informazione e promozione degli spettacoli e delle attività legate al circo contemporaneo in Italia.

Un impegno che ci sembra improrogabile, per una serie di accadimenti e nodi che stanno venendo al proverbiale pettine; un sovrapporsi di spinte e istanze che lanciano segnali di fumo nelle praterie abitate e attraversate da una tribù nomade legata al circo contemporaneo e alle sue innumerevoli declinazioni. Improrogabile perché la massa critica di artisti / compagnie / organizzatori / diffusori comincia a innescare un processo di confronto, cui vogliamo dare spazio; perché il nostro ruolo di media project italiano legato al circo contemporaneo e le sollecitazioni che ci arrivano dal settore ci spingono a dedicare maggiore spazio e maggiore attenzione a quello che accade. Perché il dibattito sugli incentivi agli spettacoli che non utilizzano gli animali, in cui si utilizza per la prima volta espressamente l’accezione del circo contemporaneo, è approdato con un ordine del giorno e con il decreto "Valore Cultura" perfino in Parlamento, informando poi la ristrutturazione del FUS per i Circhi e lo Spettacolo Viaggiante; perché in questa crisi congiunturale diventano troppi gli eventi, le strutture, le compagnie, i progetti che rischiano di chiudere per mancanza di risorse. Perché anche in questo campo gli italiani dimostrano di avere del talento, e di dover purtroppo cercare all’estero il giusto supporto istituzionale e il successo di pubblico che meritano i loro potenziali.

Un invito a collaborare in questo processo, un invito a sostenere Juggling Magazine, che rivolgiamo a tutti gli artisti e operatori che in questi ultimi dieci anni hanno creato in Italia opportunità di formazione, residenze, creazione, diffusione, rappresentazione, analisi e critica di nuove forme espressive. Una moltitudine di persone che, partendo dal comune denominatore delle arti circensi, nutrendosi del nuovo e del tradizionale, si è messa coraggiosamente in gioco per l’affermazione di un nuovo genere.

 

 

 

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