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RICCARDO
Cinque anni fa incontrai un artista di strada in Spagna e rimasi colpito da come riusciva a coinvolgere il pubblico e farlo divertire, anche se per pochi minuti. Prendendo spunto da lui comprai il mio primo diabolo.
Tornato in Valle d’Aosta, da solo in mezzo alle montagne, continuai ad allenarmi. Ma da soli non si va lontani, e quando nel 97 mi trasferii a Firenze per frequentare l’università incontrai finalmente altri giocolieri. Ma fu alla prima convention italiana che scoprii un mondo nuovo: palline, clave, devilstick e tutti gli altri giochi di questo pianeta. Per gioco iniziai a fare spettacoli di strada con un mio amico. Poi due anni fa, incontrato Salvatore, abbiamo messo su un numero semplice che col tempo s'è evoluto fino ad arrivare ai Bengala odierni.
LA STRADA A FIRENZE?
RICCARDO
A Firenze ci si può esibire a piazza della Repubblica, dove ci sono solo due punti spettacolo. Ma Firenze è una città dove tutti vogliono esibirsi, per cui gli artisti residenti che lavorano lì da anni sono ancora un pò titubanti a lasciare spazio ad altri. Ma se vedono che il tuo spettacolo è bello e che non togli loro niente, anzi aggiungi colore alla piazza, allora puoi trovare il tuo spazio.
SALVO
Ma Firenze è una città difficile, perché spesso ti ritrovi un cerchio formato da popoli diversissimi, e non puoi tradurre lo spettacolo in 4 lingue contemporaneamente!! Quindi sei costretto a trasformare la parte teatrale dello spettacolo, mimando gran parte delle battute. Comunque rimane, come piazza, un’ottima scuola.
MEGLIO IN DUE OPPURE DA SOLI?
RICCARDO
In due il lavoro di preparazione è più difficile. Tutti i numeri devono essere mandati in sequenza, evitando che un personaggio schiacci l’altro, sia tecnicamente sia teatralmente. Questo è il lavoro grosso. La storia del nostro spettacolo nasce dalla realtà. Io sono valdostano e Salvatore è siciliano siamo proprio agli antipodi dell'Italia, per cultura, mentalità e anche per lingua. Indossando due smoking identici rappresentiamo l'eterno dilemma nord-sud, l'eterno rapporto di amore-odio; due persone apparentemente diverse ma in fondo troppo uguali. Siamo dei testimoni autentici, e poi siamo sicuri che nessuno ce lo può copiare: i giocolieri Valdostani sono rarissimi!
SALVO
Io ho avuto la fortuna di esibirmi con grandi personaggi, come Aldo, con i Giullari, con Jacopo , gente che lo fa da tanti anni e con loro ho imparato le
dinamiche dello spettacolo in strada, che prevede un crescendo, e partendo da numeri semplici, si sviluppa fino a condurre il pubblico al gran finale. Finale che oggi nel 99% degli spettacoli in giro prevede il fuoco! Sei obbligato a mantenere viva l'attenzione del pubblico, specialmente in strada, perché la gente in qualsiasi momento può andare via. Devi allora far capire che ciò che farai fra un istante sarà più di quello che stai facendo in quel momento. Devi condire i tuoi numeri con delle gag comiche, perché in strada fai solo il 30% di quello che sai fare, perché devi farlo su un piede, intrattenendo, con un cane che ti attraversa il cerchio, con poca luce e tutto il resto. Nonostante ciò curiamo molto la tecnica, anche se spesso numeri di tecnica complessa non possono essere apprezzati in pieno da un pubblico generico.
COSA DEVE FARE UN GIOCOLIERE ITALIANO?
SALVO
Allenarsi, allenarsi, allenarsi, perché ancora il livello tecnico non è molto alto. e in strada il giocoliere non è più il marziano di 5 o 10 anni fa…la gente ha visto un po’ di cose, e comincia anche a pretendere. La “pulizia” dei numeri è indispensabile. L'Italia è in un momento che si è visto all’estero un bel po’ d’anni fa. Il livello però fortunatamente sta crescendo, e fra qualche anno, quando tutti avranno imparato la giraffa e le 5 clave, gli italiani si sforzeranno di fare cose nuove. E’ un percorso obbligatorio, e non potendo più spremere il vecchio, saremo costretti a proporre strade nuove e personali, miscelare tutto con musiche, teatro e perché no danza.
RICCARDO
A quel punto nascerà lo spettacolo completo, gli spettacoli originali, spettacoli che ora vengono dall'estero. Ma la gavetta bisogna farla, nessuno scappa nessuno può andare in una scuola e imparare tutto ciò che c'è da imparare. Per fare il nuovo devi conoscere il vecchio e per conoscere il vecchio lo devi aver fatto, ci devi aver sbattuto la testa, lo devi aver portato in giro, migliorato, studiato.