Ho 26 anni, ed ho cominciato a fare giocoleria a 7. Ero un bambino molto vivace, agitato e i miei genitori mi hanno inserito al circo di Annie Frattellini. Lì ho trascorso 5 anni poi ho fatto un corso di teatro nella mia città. Il caso ha voluto che mia madre fosse amica della madre di Jerome Thomas, e per me lui era come un fratello maggiore, l'ho conosciuto che avevo 7 anni, e lui mi ha sempre motivato a fare della giocoleria. Poi quando avevo 17 anni ci siamo rivisti, mi ha invitato a seguire un suo stage, mi ha preso nel suo gruppo e abbiamo montato uno spettacolo. Un anno fa, terminato il corso biennale alla scuola Jacques Le Coque, Jerome mi ha proposto di interpretare IXBE. IXBE sta per le lettere X e B, X=extra, B=balle, ed il mio cognome è Anxolabehere, di nuovo la X e la B che ricorrono; un caso, un diminutivo per spettacolo e interprete.
COSA SIGNIFICA RIVISITARE UNO SPETTACOLO?
Jerome mi ha proposto di eseguire questo suo spettacolo di 10 anni fa. Partendo dalla sua scrittura e dalla sua forma mi ha dato la libertà di mostrare il mio modo personale di fare giocoleria, di giocare con il tempo, con il ritmo, con la musica e lo spazio. Per la prima volta un giocoliere crea qualcosa e propone il proprio lavoro ad un altro interprete, è giocoleria d'autore. Questa trasmissione è un azzardo e allo stesso tempo qualcosa di magico, è come trasmettere ad un fratello minore un'esperienza personale. In questo si riprende anche un po’ la tradizione circense, dove i numeri vengono trasmessi di padre in figlio. La trasmissione è molto importante, dà più forza, unisce e rende più solida l'arte della giocoleria. Non è copiare, ma interpretare, prendere magari un gioco molto convenzionale e farne qualcosa di geniale. Cercare l'originalità a tutti i costi non è sempre la strada giusta, anche prendere spunto dal vecchio può portarti al nuovo.
COSA NARRA IXBE?
Giocolare sulla scena è un pretesto per testimoniare, per dire alla gente, io sono qua con la mia vita, la mia storia, davanti a voi in questo preciso momento. Non c'è una trama vera e propria, è l'incontro con una pallina, con un oggetto, con un personaggio che gioca con gli oggetti come un bambino, che si diverte giocando, e che fabbrica delle immagini giocando. La giocoleria certo è una grande passione, ma anche un modo per esprimermi, di trasmettere cosa ho dentro. Preferisco le palle alle clave, è una scelta quasi istintiva. Non ho mai cercato di affinare solamente la tecnica, ciò che mi interessa è l'insieme, la danza, il movimento, il mimo.
COSA SIGNIFICA LAVORARE NELLA COMPAGNIA DI JEROME THOMAS
Non è proprio una compagnia, come può essere una compagnia di teatro, ma sono singole persone che collaborano, che lavorano insieme scambiandosi i ruoli, formando nuovi piccoli gruppi o lavorando da soli, questo per rimanere liberi di fare anche altre cose. E’ un movimento di persone che vogliono diffondere le stesse cose, saremo una ventina, ma in questo momento ci sono 500, 1000, 2000 persone che fanno parte dello stesso movimento, gente che diffonde l'arte della giocoleria, la sua storia, i suoi significati.
COSA NUTRE LA TUA GIOCOLERIA
Devo molto a Jerome. Quando giocolavo da bambino e anche più tardi, c'era sempre lui nella mia testa. Poi certo ci sono molti altri, tanti giocolieri della compagnia di Jerome, come Martin, Philippe, Manolo, anche loro mi hanno dato moltissimo.
Ci sono state moltissime evoluzioni, Jerome ci ha trasmesso una più grande conoscenza della pratica, degli elementi tecnici, come la giocoleria cubica, che è un modo per strutturare lo spazio nell'arte della giocoleria, se mando la pallina là disegno una struttura, come nella danza contemporanea. Poi ci sono i tempi, binario, terzario, sono i ritmi della giocoleria, concetto difficile da definire con le parole, che si può definire come nella musica. Poi c'è la scuola russa, che ha portato in Francia una conoscenza più grande della giocoleria. C'è stata un’esplosione di giocolieri ed è nato un movimento. Certamente anche il miglioramento dei materiali di giocoleria ha aiutato il diffondersi e l’evoluzione della giocoleria.
AIUTA AVERE TALENTO?
Che cos'è il talento?! Amare qualcosa è già avere del talento, dice Jacques Brel. Bisogna avere passione, ma anche un certo rigore, disciplina, senza diventare un fanatico. Bisogna anche saper fermare le palline, non fare niente, piantare bene i piedi per terra, prendere una posizione corretta per la schiena, le spalle, calmarsi, espirare, riprendere, rifermarsi cercare le linee nello spazio, e non mettersi lì e giocolare, giocolare, giocolare...con più calma si arriva più lontano.
PUOI PARLARCI DEL FESTIVAL DI MALACOV
Ho frequentato il festival quasi tutti gli anni, ed ogni anno vengono invitate persone nuove. Ci sono i più grandi giocolieri da tutto il mondo, come quest’anno Michael Moshen, ma nello stesso tempo è un festival molto popolare, una festa per il pubblico, molto divertente. Si paga un ingresso unico non troppo alto per i tre giorni di festival. Jerome, che ha creato questo festival, è una persona che fa moltissimo per la giocoleria e raduna moltissima gente, personalità, trasmette con generosità, non ha paura di dare ciò che ha appreso da giocolieri russi e americani, desidera che la giocoleria venga riconosciuta come arte al pari di danza e teatro. Nel nuovo circo c'è molta acrobatica, danza contemporanea, giocoleria, ma credo che spesso manchi il teatro, la commedia dell'arte. Penso ad una commedia con Arlecchino, Pantalone, un pezzo dove gli attori inseriscono l'acrobazia, della giocoleria, la fanno diventare parte della commedia. Mi interesserebbe molto sviluppare l'aspetto teatrale nel NC.
UNA TUA GIORNATA TIPO
Quando ho uno spettacolo tutta la giornata diventa una preparazione per la sera. Mi alleno il mattino per due ore poi riposo, poi riprendo un paio d'ore prima dello spettacolo, riprovando i movimenti anche mentalmente. Quando non ho spettacoli passo una giornata semplice, osservo la gente, la vita, mi muovo, tutto può servire per ispirarmi, per progredire, è allenamento anche questo. Mi piace molto utilizzare spazi naturali, le piazze, le strade ma con questo spettacolo non ho molto tempo per lavorare in strada e fare altre cose, giro molti paesi diversi. Mi capita di fare degli spettacoli di strada ma più in ambito teatrale e meno con la giocoleria.
COME IMPIEGHI IL TUO TEMPO LIBERO?
Sport, niente televisione, cammino, passeggio, nuoto, e quando non mi devo allenare ne approfitto per vedere gli amici, la famiglia, la nonna. Amo, il gioco, l'arte, tutto ciò che è teatro, la commedia dell'arte, clown, anche perché vengo dalla scuola Le Coque, che dà una formazione completa. Così come amo molto la magia, senza avere nessuna preparazione particolare, che però mi piacerebbe sviluppare. Viaggio molto per gli spettacoli e nel poco tempo libero che mi resta cerco di concentrare amici, famiglia, questioni amministrative. Cerco molto il silenzio che è difficile da trovare, lo cerco attraverso il movimento, facendo Ci Qong, meditazione, o semplicemente passeggiando. Volevo dire anche che mio bisnonno, che si è sposato con una polacca, era italiano. Anche se non parlo la lingua, c’è del sangue italiano nelle mie vene, e ho ancora dei parenti a Roma!
Simon Anxolabehere
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