CLODETTE OVVERO……..CLAUDIA la “formica"
Sette anni fa, a 23 anni, ho conosciuto dei giocolieri, tra cui Jochen, che mi invitò ad un corso a Milano con lui e con Paolo dei Mapo. Cominciai a fare di tutto, giocoleria, acrobatica a due, cappello, trampoli, monociclo, senza criterio, mi piaceva tutto e lo facevo come hobby. Ho conosciuto tutto l'ambiente dei giocolieri di Milano, poi il Torchiera, ed ho cominciato a seguire i festival degli artisti di strada. Mi piaceva molto vedere gli spettacoli, e ne ho visti veramente tantissimi, soprattutto all'estero.
Dopo un corso di acrobatica con Walter Zucchi ho debuttato a Milano con un numero di saltimbanchi in tre. Alla EJC di Torino avevamo visto tanti giocare in due, così con Fedra abbiamo messo su uno spettacolo di giocoleria e acrobatica, che poi abbiamo presentato alla prima convention.
Una volta finita l’università, con una tesi sulla comicità come esperienza formativa, ho deciso di fare l’artista di strada! Sono andata all’Accademia di Circo di Cesenatico. Lì ho imparato ad allenarmi con costanza, mi sono irrobustita, ed ho trovato anche molta più determinazione a continuare. Con Andreas, Mattacino e Angela, abbiamo montato uno spettacolo e siamo partiti. Era per me la prima esperienza di spettacolo viaggiante e quando, dopo sei mesi, ci siamo sciolti c'è stato certo un po’ di smarrimento. Sono comunque andata avanti, in viaggio a Sarajevo con la Banda degli Ottoni e con Teo, poi Visioni alla Biennale di Venezia, ed ho continuato a lavorare in strada con Fedra.
LE DONNE
Negli altri paesi ci sono molte più donne giocoliere, e dipende certamente dalla cultura e dai condizionamenti sociali. In Italia, dove mettersi in gioco è duro perché il giudizio può essere molto pesante, ne conosco pochissime. Sono sempre molto incuriosita da loro, e quando ne incontro una la osservo e vado a conoscerla. Diventare brave è possibile, certo, ce l’hanno dimostrato Kathi dei Gandini e Gaby dei Full House, ma forse a noi donne manca la costanza (quella un po’ maniacale!); penso che abbiamo altre priorità e una pluralità di obiettivi, curiamo più le relazioni e la parte affettiva della vita.
Ho anche notato che gli uomini sono più veloci nell’apprendimento; fin da bambini sono abituati a muoversi di più, conoscono meglio l'uso del loro corpo, l’esercizio, la muscolatura, come allenarsi. Molte donne preferiscono lo swinging perché richiede un movimento danzato, più fluido, e anche perché alle donne è sempre richiesta una immagine stereotipata di bellezza, dolcezza e assenza di aggressività. Anche durante i corsi di giocoleria con i bambini noto che le ragazzine sono meno interessate a lavorare con gli attrezzi su schemi precisi. Io ho sempre fatto sport, anche da piccola, e penso che questo mi abbia facilitato le cose.
CLODETTE
Sono sempre stata colpita dal lavoro di Claudio Cremonesi, nell'uso bizzarro, più teatrale, e non puramente tecnico, della giocoleria, e poi da Angelica degli Schabernack, che per me è stata un modello di clownerie. Ho in mente molti altri personaggi di cui mi sono innamorata, ma credo che ognuno debba poi trovare ed inventarsi il suo.
Clodette è nata da tutta una serie di esperienze e da tanti consigli ricevuti da amici, ma soprattutto in questo laboratorio di Clown, che da due anni portiamo avanti in primavera. E’ un’esperienza molto forte e bella; siamo tutte donne, ciascuna con la sua energia diversa, in un contesto non influenzato da alcun giudizio (soprattutto quello tipico maschile!) e questo è molto liberatorio.
Clodette è una maestra che si è liberata e che si scatena, e’ certamente un po’ la caricatura di me stessa, timida però determinata ad affrontare il pubblico. E’ nato prima di tutto il personaggio, al cui servizio ho messo le cose che sapevo fare. Prima una routine di palline, semplice ma buffa, e poi mi è venuta l'idea di fare questa specie di danza acrobatica e di swinging con le borsette, che solitamente usavo per portare le palline. Sono contenta che l'ironia di questo mio spettacolo venga apprezzato anche dai giocolieri tecnici e dalle vere artiste-swingare. Le palline sono ora l’attrezzo che preferisco, ma anche le clave mi piacciono, soprattutto il passing, la possibilità di fare figure intrecciate a più persone, e quando ho visto per la prima volta i Gandini sono rimasta affascinata e mi sono detta “ecco, è questo che vorrei fare”. Ma la giocoleria può essere praticata anche come semplice passatempo, per passione, senza fare spettacoli. All’estremo opposto, come ha dimostrato lo stage del mago Barnaba a Pedavena, bravi giocolieri non sempre lavorano veramente su altri elementi come la presenza scenica. Penso che se hai intenzione di diventare un artista, è fondamentale rendere la formazione il più completa e originale possibile, attraverso una commistione di arti. Qui alla convention, dove ci sono tanti stimoli in questo senso, ho seguito uno stage di canto, e non penso affatto di aver perso del tempo.
Baci a tutti i giocolieri che conosco e che conoscerò!
Claudia Bellasi
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