Hauser Lu e Chen-Ying

 

 

Intervista a Hauser Lu

SORELLE

Da cinque anni lavoriamo e viviamo insieme; siamo come sorelle. In Cina per il controllo demografico le famiglie possono avere solo un figlio, quindi nessuno della nostra generazione ha fratelli né sorelle. Così è naturale desiderare che qualcuno diventi per te come una sorella o un fratello. I genitori di Chen vivono in Cina, dove tornerà appena terminato il Festival, e la mia famiglia è in Svizzera, dove adesso vivo. Non veniamo da famiglie circensi, ma a 7 anni ho scelto di frequentare la Scuola del Circo di Stato Cinese. Chen invece faceva da piccola gare di ginnastica e poi per sette anni ha frequentato una scuola di arti circensi.

 

LE SCUOLE

In Cina ogni cantone ha tante scuole convittuali di arti circensi. All’inizio frequentavamo una scuola a Shangai, poi gli insegnanti hanno deciso di trasferirci ad una scuola migliore, nel nord del paese. Una grande scuola, con 100 artisti e 100 tra impiegati e istruttori, dove avevamo a disposizione tutto l’occorrente, materiali e palestre. 7 ore al giorno di allenamento, e per altre 3 ore matematica e altre materie di base. Il sabato mezza giornata, si andava a casa e la domenica sera si tornava alla scuola. Ritmi molto intensi e a fine giornata desideravi solo dormire. Sono molti i ragazzi cinesi che si iscrivono alle scuole di arti circensi, e per emergere devi essere proprio bravo. In genere le ragazze fanno numeri di equilibrismo e contorsionismo, mentre i ragazzi fanno numeri di acrobatica di gruppo. Al termine del corso ti fanno un contratto per cinque anni e ti mandano a fare spettacoli in giro, e solo allora ti si apre la possibilità di andare all’estero. Ci sono molti circhi in Cina, ma non sono itineranti e rimangono nelle proprie città. Poi ogni quattro anni c’è un grosso festival del circo, aperto a tutti. Un altro è per gli artisti under 16, e tra questi ci sono molti altri festival. Ogni anno vengono fuori numeri nuovi ed incredibili, e conosciamo tante ragazze in Cina dalla tecnica eccezionale. Ma in Cina manca la ricerca su balletto, costumi, musica; ci sono buoni artisti ma non ci sono buoni numeri.

 

ANTIPODISMO

Faccio antipodismo da tre anni e contorsionismo da dieci. So di poter fare a lungo antipodismo, ma contorsionismo, quando hai 30 anni, oppure quando smetti di allenarti ogni giorno, diventa impossibile. Ora abbiamo 16 anni e possiamo arrivare a 25 anni come contorsionisti. Mi piace di più l’antipodismo, anche se mi manca il contatto visivo con il pubblico. Il numero dura sette minuti e in questo tempo i tuoi piedi sono per il pubblico come la tua faccia, per cui devono muoversi in modo armonioso. A scuola cominciamo con i tessuti, che sono leggeri e quando cadono in faccia non fanno male, mentre con gli ombrelli abbiamo sempre delle escoriazioni al viso. Gli ombrelli sono speciali, fatti in bambù, robusti, equilibrati e leggeri, ma non troppo, perché un certo peso aiuta ad usarli e sentirli meglio.

 

IL NUMERO

Abbiamo lavorato un anno al numero con il quale abbiamo vinto il Festival. 2000 ore di lavoro per un numero, e alcuni giorni proprio non mi andava di allenarmi. Quando eravamo piccole se non ci andava di allenarci ci costringevano comunque a farlo, ma oggi, se voglio, posso decidere anche di fermarmi per un giorno. A scuola adesso abbiamo degli istruttori proprio per noi, pronti a motivarci ed aiutarci. Osserviamo i video degli altri paesi (ci piace molto il Cirque Du Soleil…) e siamo noi a curare coreografia, costumi e musica. Abbiamo un istruttore molto bravo e lui inventa i giochi nuovi per noi; ma non succede tutti i giorni, le nuove idee arrivano ogni tanto, e all’improvviso. Sono ormai dieci anni che mi dedico a queste discipline e diventa sempre più interessante. In Cina ci esibiamo al circo, ma a volte anche in teatro, e insieme facciamo 4 numeri: contorsionismo, antipodismo con ombrelli e con tessuti, equilibrismo con candele, hula hop. Non ci sono numeri buoni o cattivi ma solo numeri difficili, e non puoi dire che il trapezio sia più difficile dell’antipodismo. Personalmente non abbiamo mai provato la giocoleria, anche se alcuni passaggi dei nostri numeri di antipodismo sono chiaramente di giocoleria. Abbiamo scelto altre discipline e facciamo quindi tutt’altro tipo di allenamento.

Ora che ho terminato la scuola, studio computer e lingue straniere, per poter lavorare all’estero. Questo è il nostro primo anno da professioniste ed anche la prima volta che veniamo in Italia. Ci piace cantare, ballare, la musica, lo sport, e troviamo anche un po’ di tempo da dedicargli. Se non fossi un’artista circense mi piacerebbe essere ballerina.

 

Questa sezione è sostenuta da
sostieni la creazione di 30 corner Juggling Magazine in Italia