Helsinki – 11/13 ottobre 2002
a cura di Anthony Trahair e Alessandra Improta - info@bbbgiocolieri.com
Qual è il modo migliore per stimolare la creatività e la passione di giocare se non andare ad una bella convention? Il 5-3-1 non è una solita convention. Per prima cosa si trova in Finlandia, poi tutto l’insieme è mirato allo spettacolo. Il giocoliere che pensa alla sua esibizione sa scegliere ed eseguire sempre meglio i propri giochi, al contrario chi impara gioco dopo gioco non bada “all’effetto”. Anche se il livello tecnico della convention è molto alto l’importanza data alla presentazione dei giochi è altrettanto elevata. La difficoltà non basta di per sé ed è l’effetto o l’immagine completa che conta, in altre parole: le transizioni, le sequenze, le pause, come ri-partire, l’apertura verso il pubblico, postura, etc.
La convention si trova in un complesso, una specie di scuola con varie stanze piccole con una sala un po’ più grande: la sala teatro dove si terranno gli workshop e alcune performance. Le stanze fungono anche da dormitori per chi vuole dormire. Diventa una specie di piccola comunità “campus”. Si mangia, si gioca e si dorme. Ci sono due cucine, si poteva cucinare anche la pasta volendo... La convention è organizzata da Ville Walo e Maksim Komaro, con la partecipazione di Jay Gilligan. Eravamo all’incirca 80 persone, la maggior parte scandinavi, gli allevi della scuola di circo di Stoccolma, in Svezia e finlandesi. C’erano anche francesi, tedeschi e noi due: Alessandra ed io (gli unici dall’Italia!). La Convention è un importante punto di riferimento per i partecipanti che preparano numeri e spettacoli particolari. Qui vediamo la giocoleria utilizzata in molte maniere diverse, non c’è il culto degli artisti di strada come in Italia, si può sviluppare di più l’arte, come con la danza – che non si deve necessariamente rendere per le strade rumorose e disinteressate. La giocoleria può evolvere in tante direzioni e qui si vedono degli esempi interessanti. Avendo solo poco più di due giorni a disposizione, dalle 16 di venerdì alle 15 di domenica, le giornate si presentano colme, e organizzate con ordine ed in orario (Ant.!) La convention potrebbe essere divisa in varie attività quali sono i workshop, gli spettacoli lunghi, i numeri, un video e giocoleria libera.
WORKSHOP
Alan Blim, inglese di nascita, che da tempo vive a Berlino, tiene una lezione teorica sulla giocoleria e la musica. Musica intesa come ritmo e mostra la giocoleria con degli accenti che coincidono con quelli della musica. L’idea sarebbe da capire di portare un particolare tipo di magia nella giocoleria, e quando c’è armonia ritmo e unione diventa tutt’altra cosa. Interessante ma molto teorico; tuttavia uno spettacolo con Jay & Co. quella stessa sera ci spiega perfettamente il concetto quasi per caso: giocando in tre persone con 3 clave a testa seguivano il ritmo utilizzando soltanto doppi, beccando gli accenti riuscivano inoltre a giocare tutti in sincronia.
Katy (ricordiamo lei e Sean Gandini) ci fa un workshop sulla giocoleria e coreografia. Ci dividono in due gruppi per lo spazio. Utilizziamo per primo una pallina e mentre movendoci nello spazio ce la passiamo da una mano all’altra, eseguiamo delle “diagonali” come nella danza: un tiro sotto la gamba, una presa da sopra con l’altra mano ecc. Con tre palline utilizzavamo anche i siteswap 34234242 per muoverci meglio nelle pause, e poi anche 44153133 alla fine. Un workshop però più pratico che teorico, abituatevi ai siteswap…
Jay Gilligan tiene un workshop sullo juggling and narrative, ovvero la giocoleria e la narrazione. Più un dibattito che altro, dove abbiamo discusso la differenza tra arte e sport, tra l’astratto (arte) e il concreto (sport). Che cos’è l’arte? Che cos’è lo sport? Se vogliamo raccontare qualcosa perché usare la giocoleria? Se il pubblico si relaziona con noi soltanto attraverso i nostri movimenti (tutti hanno un corpo) la giocoleria diventa una danza? La danza è arte? A prima vista sembrano domande da due soldi, ma aiutano a rappresentarci la giocoleria come una disciplina specifica. Sarebbe interessante fare anche un dibattito nella rivista, giocoleria è arte o sport?
SPETTACOLI
La serata inizia alla Cable Factory con uno spettacolo dei PIG: Maksim, Ville, Jay e un musicista (vedi l’ultima rivista). Era molto bello, 1 ora e 15min che non ci ha mai stancato per un attimo. C’era un alto contenuto di giocoleria unita a divertenti attimi d’ironia. Se potete vedetelo! Sabato due spettacoli “teatrali”, il primo di nuovo con Maksim e due altre artiste più due musicisti: Circo Aereo. Spettacolo vivace e delicato di giocoleria e trapezio, con un’originale scenografia, una casetta che sembrava uscita da una favola scandinava, con tanto di alberi e oggetti di fantasia. Anche qui cucito molto bene. Senza il parlato ma in ogni modo molto comunicativo. Secondo spettacolo: Simon Anxolabehere, diretto da Jerome Thomas. Musica astratta, quasi evanescente: 40 minuti di palline bianche, condite da un po’ di danza. Molto alla francese. Di nuovo ritorniamo alla fine della serata nello spazio della convention, qui vediamo dei numeri molto interessanti, seguiti da un breve open stage (o siete creativi o siete coraggiosi!) . Finiamo con il giovane Matias che gioca con uno stile disinvolto ma presente, chiudendo con un breve giro di 7 clave.Questi giovani mostriciattoli!
Abbiamo anche visto il nuovo peapot video sul bouncing, preparatevi a sentirvi incapaci! In conclusione la convention è breve ma molto appassionante, la professionalità è contagiosa, se avete la stamina (capacità di resistenza) si può fare e vedere molto. L’impatto nordico è chiaramente ben diverso di quell’italiano - non ci sono né cani né canne - e si parla solo inglese. Può venire anche una crisi a vedere così tanto talento insieme, con il giusto approccio però possiamo farla diventare energia creativa positiva! All’anno prossimo, ottobre 2003!! Vediamo se riusciamo ad organizzare qualcosa di simile…anche in Italia...magari con meno freddo…