In occasione di Galassia Gutenberg, la grande fiera del libro che si svolge ogni anno a Napoli, Circus Bosch, in collaborazione con PiGreco Eventi e Associazione Giocolieri e Dintorni, ha realizzato OGGI INVENTIAMO IL CIRCO, presentazione di Progetti di Circo per Bambini e Ragazzi. Sulla scia dell’entusiasmo mostrato da docenti e studenti, nuovi Progetti di Circo per Bambini e Ragazzi partiranno presto nelle scuole della città. Ne abbiamo approfittato per intervistare Valeria Zurlo, vulcanica fondatrice di Circus Bosch.
A 25 anni sono andata in Nicaragua, dove con una brigata di lavoro ho raccolto il caffè, aggiustato piccoli centri di salute e lavorato con i bambini, rendendomi conto che il lavoro di restauratrice di opere d’arte, che facevo da otto anni, non fosse quello che preferivo. Tornata in Italia mi sono iscritta ad un corso di assistente sociale, e durante il tirocinio presso l’Associazione Quartieri Spagnoli, dove ho incontrato Guido Burzio, Sergio Longobardi ed altri artisti di strada, ho frequentato un laboratorio per educatori di strada, tenuto da Giancarlo Colombaioni. Mi era sempre piaciuto lavorare con il corpo, da piccola facevo danza, ginnastica artistica, pattinaggio e più avanti atletica e corsa. Ma lì è stato il mio primo incontro con la giocolieria, i trampoli, ed ho cominciato a coltivare l’idea di lavorare nel sociale usando le arti di strada. Spinta dalla mia passione per la scrittura, l’estate successiva mi sono iscritta anche a dei laboratori teatrali, perché mi interessava unire narrazione e abilità. Laboratori di scrittura teatrale, poi di scrittura creativa, e al contempo stage per perfezionare la mia abilità. Il primo con Vincenza Modica, poi con il Living Theatre, Nicolai Karpov, Nagel Rasmussen e tanti altri. Studiavo e contemporaneamente lavoravo per strada come cantastorie, usando un po’ delle mie abilità, oppure ero nel cast di interventi teatrali all’aperto. Un giorno, ad un laboratorio provino con la Valdoca di Cesena, dove lavorano molto su danza e acrobatica, il regista mi consigliò di dedicarmi alle arti circensi. Mi rimase la pulce nell’orecchio e nel 98, appena conseguito il diploma di laurea, con una tesi sulla fiaba come strumento nel lavoro sociale, sono andata in Inghilterra, al Circus Space. Ai loro incontri introduttivi di 4 ore ti fanno provare trapezio statico e volante, acrobatica, giocoleria ed altre discipline. Già quando lavoravo coi trampoli sognavo di un personaggio femminile, come un uccello, anche senza le ali, così a Circus Space questa mia propensione per le discipline aeree ebbe la possibilità di manifestarsi. Ma, nonostante Circus Space fosse un’ottima scuola, la città di Londra non mi ispirava e decisi di frequentare invece Circo Media a Bristol, dove lavorano molto anche sul teatro e dove ho conseguito nel 2000 un diploma in arti circensi e teatro fisico, specializzandomi nelle discipline aere.
Il teatro offre all’attore due dimensioni, il lavoro aereo ne aggiunge una terza, la possibilità di andare in alto, in aria, sensazione piacevole e desiderio che portiamo tutti dentro, espressione di un archetipo divino, mezzo uomo, mezzo Dio. Come nello spettacolo LiberaMente, per la regia di Davide Iodice, presentato alla Biennale, e nel quale ho lavorato per un anno. La difficoltà maggiore, soprattutto per gli adulti, deriva dal fatto che questo sogno si scontra con la realtà di un corpo pesante. Ti scontri con la tua personalità, la paura, il fatto di desiderare qualcosa e di non riuscirci, il non trovare quel senso di leggerezza, di volo. A chi vuole iniziare direi di coltivare il desiderio di volare, ma per realizzarlo deve poi imparare a controllare i tanti piccoli pezzetti del suo corpo. Sapere dove stanno i suoi piedi, capire come vogliono andare in alto, insegnare a tutto il corpo il desiderio di andare in alto, diventare leggero, e non è così spontaneo. Insieme a quella di artista, continuo intanto a curare anche la mia formazione di attrice e di sceneggiatrice. Già prima di partire per l’Inghilterra avevo partecipato a dei concorsi, e tutt’oggi cerco di portare in teatro dei miei testi, uniti al lavoro con trapezio, anelli, tessuto e corda. Nel 2001 fondo infine Circus Bosch Itinera Immaginaria, gruppo teatrale per la scena e la strada e, grazie ad un finanziamento per l’imprenditoria giovanile, riesco ad acquistare tutta l’attrezzatura necessaria per il mio lavoro. Al momento e tengo laboratori di circo in varie palestre, ma sono alla ricerca di uno spazio stabile, con il sogno di aprire una scuola di arti circensi, insieme alle tante persone che a Napoli nutrono lo stesso desiderio.
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