Roma – 21 dicembre 2002 – 12 gennaio 2003
Intervista all’organizzatrice Liana Orfei
Da 19 anni io e Paolo Pristipino giriamo il mondo per visionare nuove proposte di spettacolo. La ricerca di nuove proposte non è sempre facile in quanto c’è una forte concorrenza internazionale, soprattutto per le manifestazioni a cavallo delle festività natalizie, quando nel mondo si svolgono contemporaneamente centinaia di gala. Ma il prestigio del Golden Circus Festival fa si che molti artisti aderiscono alle nostre richieste e molti artisti ci inviano in visione le videocassette. Così riusciamo a superare anche le pretese di eccessive richieste di denaro. Per organizzare questo festival ci vuole un intero anno di lavoro, e addirittura abbiamo già scritturato dei numeri per il 2005, al fine di avere delle novità e delle nuove proposte da presentare al pubblico ed alle giurie internazionali. Per il casting ci rivolgiamo alle grandi scuole del mondo : cina, cuba, canada, mexico, russia, ucraina, africa e così via, vere fucine di talenti e di novità. Quando osserviamo gli artisti, io e mio marito abbiamo due punti diversi di lettura: coniugando queste due prospettive facciamo poi le nostre scelte. Naturalmente rispettiamo la creazione artistica, ma ci riserviamo di intervenire sulla durata dei numeri, sulla musica, sulla presentazione e quant’altro utile per la migliore riuscita del numero. Accanto a noi abbiamo tanti professionisti come musicisti, coreografi, registi con i quali ci consigliamo per rendere il prodotto il più esclusivo possibile. Quest’anno avevamo ben 37 numeri, e il segreto per poter tenere tutti questi artisti in armonia, è avere una ottima organizzazione, dimostrare tanta pazienza e avere tanti interpreti per comunicare in cinese, inglese e russo. Con questa impostazione riusciamo a creare un clima sereno e tutti si sforzano a dare il meglio di se stessi. Noi non trascuriamo i problemi di nessuno e con questo spirito conduciamo lo svolgersi del Festival. Uno dei sogni più belli penso di averlo realizzato con questo festival, cos’altro potrei desiderare? Forse che duri nel tempo. Siamo arrivati alla XX edizione e in Italia è già un enorme traguardo, con una crescita costante e progressiva nel tempo. Per me che vengo dal mondo circense, tutto quello che sta nascendo intorno al circo, e cioè artisti di strada, piccoli e grandi spettacoli di nouveau cirque, scuole per allenarsi, tutto questo lo vedo come vita, e desidero che aumenti. Vorrei più rumore, più allenamenti, perché questi non sono altro che vivai, linfa vitale che scorre…vorrei che come il mio festival ce ne fossero altri cento, altrettanto grandi.
Sul meraviglioso mondo del circo Liana Orfei ha scritto “La grande casa chiamata Circo” (La Sorgente, Milano, 1977)
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