Professor Bubbles

 

 

Mi chiamo Richard Faverty e sono stato giornalista e fotografo per molti anni. Nel 1980 la rivista francese Figarò mi commissionò un servizio su come gli americani trascorressero il tempo libero. Tra le tante cose ho cominciato a fotografare bambini ed adulti che giocavano con le bolle di sapone, poi vidi grandi bolle e cominciai a farmi coinvolgere. Mi venne l’idea di farne di così grandi da chiudervi le persone dentro, e nel 1980 riuscii, primo al mondo, a chiudere mia figlia in una bolla da un metro circa di diametro. La mia agenzia a New York vendette le foto dell’evento in tutto il mondo; nel giro di 2 mesi ero diventato famoso e cominciarono ad invitarmi alla televisione. All’inizio rifiutati le proposte ma la notorietà continuava a crescere, e in tanti volevano essere ritratti nella bolla. Cominciai a farci entrare persone che meditavano, ragazze, persone in verticale sulla testa. Agli inizi ero solo interessato a fare foto di tutto questo e a venderle in giro. Poi nel 1985 accettai di esibirmi ad uno spettacolo televisivo in Giappone, dedicato ai primati mondiali. Lì incontrai un agente di spettacolo che mi offrì di lavorare nel suo circuito. Divenni Professor Bubbles e da allora mi sono esibito in 50 paesi del mondo, in tutti i maggiori programmi televisivi mondiali, sport show, music show, parchi di divertimento. Viaggiando scoprii che in tutto il mondo c’era interesse per le bolle di sapone, perché sono semplici, belle ed eleganti. Scoprii anche tutte le implicazioni scientifiche connesse alla matematica, fisica e chimica delle bolle di sapone, tutte chiamate a regolarne la breve vita. Cominciai ad incontrare scienziati e studiosi dai quali appresi molte cose sulle bolle di sapone. Nel 1986 scrissi un libro e negli anni ho inventato dodici diversi attrezzi per fare le bolle, uno dei quali ha venduto 40 milioni di esemplari in tutto il mondo!

La cosa speciale delle bolle è che sono elementari, semplici, magiche, ogni volta che ne fai una è bella, perfetta, non esistono bolle brutte. Mark Twain scrisse che se tu facessi una bolla che poi non esplodesse nessuno ne sarebbe così affascinato. Le bolle rappresentano l’effimero, qualcosa di perfetto che non dura nel tempo. Le bolle di sapone hanno ormai 150 anni di storia, ma quando ho cominciato c’erano forse solo 2 o 3 persone al mondo che facevano spettacoli di bolle di sapone, tutte persone che ho conosciuto e con le quali sono in ottimi rapporti d’amicizia, mentre oggi ci sono almeno 30 bravi artisti di bolle di sapone. Questo ha creato un po’ di concorrenza, contribuendo ad alzare la qualità degli show.

Ci sono molte formule per fare buone bolle, ma devi essere capace di adattare la formula alle caratteristiche del luogo. Anche lavorando qui sotto lo stesso chapitò le condizioni cambiano dal pomeriggio alla sera e da un giorno all’altro. Alcuni bravi artisti fanno solo piccole bolle, perché quelle piccole sono più resistenti, mentre quelle grandi sono molto delicate e più difficili da fare. Un’altra cosa interessante è che lavorando con le bolle non sei mai assolutamente certo di cosa succederà; sono le bolle che comandano il gioco e solo un bravo professionista ha la capacità di costruire la sua performance sfruttando il loro comportamento mutevole.Io posso solo ringraziare le bolle perché grazie a loro ho vissuto molto bene, ho incontrato persone incredibilmente generose e riconoscenti nei miei confronti, persone brillanti che le studiano o che ci lavorano ed un pubblico entusiasta; grazie alle bolle sono entrato anche nell’editoria e nella creazione di attrezzi.

Ora trascorro poco tempo con le bolle perché nel 95 mi resi conto che ero troppo avanti negli anni per viaggiare da un capo all’altro del mondo. Inoltre quando non hai più vent’anni ti riesce difficile accettare di essere trattato male o sfruttato esageratamente dagli impresari o dagli agenti. Sono tornato a lavorare come fotografo ma 3/4 volte all’anno accetto di buon grado di esibirmi. In questo caso avevo deciso che mi avrebbe fatto piacere trascorrere il periodo natalizio a Roma e ho accettato volentieri l’offerta del Golden Circus che Liana Orfei mi ha fatto un anno fa in Cina, ad una competizione di magia, dove ci siamo incontrati per caso.

 

rfaverty@beckettstudios.com

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