Full House

 

WHEN HENRY MEETS GABY

HENRY: Sono americano, nato a New York, in una famiglia di musicisti. Sono arrivato in Italia via Montreal, Parigi, Amsterdam. Lì nell’86 incontrai Dino Lampa, con cui cominciai a girare l'Europa lavorando insieme. Avevamo un rapporto molto stretto perchè quando ci siamo incontrai eravamo entrambi solisti, pù o meno con la stesse esperienza e livello tecnico. Dino viveva a Urbino e mi chiese se volevo fare un salto. Venni e rimasi in Italia per tre anni. In seguito mi trasferii a Milano, dove lavorammo con i famosi Salterillos, Walter Zucchi, Paolo Dei Giudici, Claudio Cremonesi ed altri. Fu a Verona, durante uno dei meeting prima della convention europea, che incontrai Gaby

GABY Sono svizzera e frequentavo una scuola circense dove imparavi di tutto: acrobatica, trapezio, juggling. Ma era una scuola per adolescenti e una volta quindicenni dovemmo lasciarla. Io mia sorella e altri tre decidemmo di fare spettacoli in strada, in giro per l'Europa. Frequentando le convention dei giocolieri capitai a Verona dove, novelli Romeo & Giulietta, cominciò la nostra storia.

 

COME AVETE COMINCIATO A LAVORARE INSIEME?

GABY: Ci fu questa gara in Svizzera e invitai Henry e Dino a partecipare ma poi gli organizzatori stabilirono che almeno uno dei concorrenti per ciascun gruppo dovesse  essere svizzero. Così Henry ed io improvvisammo uno show insieme. Arrivammo alla finale e ci rendemmo conto che magari avevamo un futuro insieme.

HENRY Dino de io eravamo al tempo ancora in giro ed eravamo pronti a lasciare Milano, perché non eravamo molto soddisfatti del lavoro e della vivibilità di Milano. Oggi la parola giocolieri è diventata di uso comune, ma allora ci guardavano come se fossimo dei marziani: quando ci allenavamo al parco, eravamo gli unici a fare qualcosa che non fosse il calcio! A Milano gli spettacoli venivano a volte tollerati, ma ricordo che un giorno presi una multa di 600.000 lire. Inoltre, quando lavoravi a contratto, approfittavano della tua ingenuità. A volte ti capitava di vedere l'assegno che l'agenzia ritirava dal cliente, per accorgerti che l'agenzia ti girava solo la metà di quell'importo. Quando Gaby mi invitò in Svizzera e mi accorsi che lì c'era maggiore rispetto per gli artisti decisi che quello era il posto giusto.

 

LA VOSTRA INTERPRETAZIONE DELLA GIOCOLERIA

Quando ero molto giovane mio cugino mi diede un consiglio zen che mi colpì: diventa maestro di qualsiasi cosa e questo ti cambierà la vita. E sicuramente il juggling ha cambiato la mia vita. Mi piace ancora giocolare e mi alleno, magari con minor assiduità rispetto al passato, ma ho trascorso anch'io i miei periodi di cinque ore al giorno facendo passing. E' quello che dicevamo sempre con Dino. Se ti piace giocolare fallo. Quando non ti piace più, spostati e dedicati a qualcos'altro. La ricerca della creatività non segue mai una linea retta. Ora, come a Cesenatico, la cosa per me più importante è cosa faccio tra i trick. Mi piace ancora fare tricks e dimostrarlo, ma la cosa più importante è mostrare te stesso, la tua umanità al pubblico. La cosa più bella adesso è la commistione dei generi, così per esempio vedi artisti che fanno bouncing mentre ballano il tip tap.

Sono sempre stato interessato nell'atto teatrale della giocoleria. Tutti gli spettacoli teatrali, che vengano fatti alla Scala o in strada, contengono gli stessi elementi fondamentali, come l’audio, le luci, la scelta del tempo, la presenza di scena, i dialoghi, etc. Più capisci l’importanza di questi elementi, migliore risulterà la tua performance.

Il numero di giocoleria che facciamo insieme e che mi piace di più dura 45 secondi. Per me la giocoleria è magica fino a che non cade niente. Se qualcosa cade non è un problema, ma ci si sposta ad un altro livello.

 

CHI HA INFLUENZATO MAGGIORMENTE IL VOSTRO SPETTACOLO?

Victor Borge, ora ottantenne, pianista, comico, cabaret; Leo Bassi, Cotton Macaloon, giocoliere francoamericano, William Lee, artista americano-cinese, Dino Lampa, con cui ho lavorato per sei anni durante i quali abbiamo assorbito molto uno dall'altro. Posso dire che siamo cresciuti insieme. Arturo e Verdurini, di Firenze, piano e singing, Ferruccio Cainero, Dame Edna, Bolek Polifka, persone che mixano tutto come musica, giocoleria e cabaret, perchè è la ricerca che portiamo avanti anche noi.

Il saper variare il proprio spettacolo è per me sinonimo di buon artista. Se faccio uno spettacolo per giocolieri cercherò di presentare il repertorio più originale che ho, perché mi sentirei a disagio nell'eseguire trick già visti, che userei solo per farne una parodia. Se ti esibisci davanti ad oculisti puoi fare una gag sugli occhiali e sei certo che la capiranno, così davanti ai giocolieri puoi scherzare sul mill's mess e i giocolieri sapranno capirmi.

Come nella Commedia dell’Arte, abbiamo una scaletta con punti fissi per i quali passiamo, ma fra questi punti lasciamo aperta la possibilità di improvvisazioni. Tutto dipende da quanto tempo abbiamo per fare lo spettacolo. Per noi è importante divertirci sul palco, e se non ti diverti il pubblico se ne accorge. Ecco perché le persone vengono da te dopo lo spettacolo e ti salutano come se ti conoscessero da una vita, e magari ti hanno visto per la prima volta. Ti hanno incontrato e tu hai aperto te stesso a loro. Il più grande consiglio che posso dare a chi vuole lavorare in coppia, o comunque in gruppo,  è di ingaggiare un regista. Nella nostra situazione, dove siamo partner sul palco e nella vita, non avere qualcuno che veda le cose con distacco avrebbe sicuramente significato distruggere tutto il nostro rapporto.

 

TI ABBIAMO VISTO A CESENATICO…

Nei pochi giorni in cui sono stato mi è piaciuta tantissimo. Era la mia prima convention italiana, certamente molto diversa dal resto che ho visto. C'è molto della nuova cultura un po’ freakettona, e poi avevo degli amici carissimi, il che rende più piacevole partecipare. Mangiare e festeggiare insieme era importante quanto allenarsi. Il tipo che faceva la pasta buonissima, l'acquafun, la parata con così tanta energia, il campeggio, i crescioni, erano cose che hanno reso questa convention speciale per me.

Ogni tanto, mi sembrava che c’erano un po’ troppe discussioni politiche, come quella su Certaldo. Anche mi faceva ridere il modo in cui si organizzano le cose: I giochi sono alle tre - ma perché alle tre e non alle quattro - ma c'è Luigi che è partito e torna alle cinque - no ma è meglio alle tre perché è già sul manifesto - si però se lo facciamo dopo - ma no - alla fine si fa alle tre e non viene nessuno e tutto comincia alle cinque. Ma non puoi avere la simpatia dell’animo Italiano, l'acquafun e il calore dell'Italia, senza prendere anche tutto il resto. Di sicuro è stata una delle più piacevoli convention dove sia mai stato. Speriamo di fare un giorno una tourné in Italia, così potremo rivedere ancora tutti.

 

FULL HOUSE

Hennry Camus & Gaby Schmutz

Tel/fax 41 1 4631575 / 41 79 2080301

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