Intervista al gruppo francese che, nella cornice del suo accogliente chapiteau rosso, ha riscosso un incredibile successo al festival Mirabilia di quest’anno con “Entre Duex Siestes”, spettacolo di cirque burlesque per la messa in scena di Tayeb Hassini; presto online anche una nutrita serie di interviste ad altri protagonisti del festival....
foto di Annalisa Savoca e Andrea Macchia
Olivier Collongues, educatore sociale, e Pierre Le Noc, studente di filosofia, si conoscevano e giocolavano insieme da tempo quando decisero entrambi di iscriversi ad una scuola professionale di circo a Ginevra. Da questa e da altre esperienze, dopo l’incontro con Christian Cerclier e Julien Morin, anche loro artisti di strada, nasce nel 2005 la Cie Bibendum Tremens. Lo spettacolo Entre Deux Siestes è appunto il frutto della complicità e della collaborazione pluriennale tra questi quattro acrobati/clown francesi che nel corso degli anni si avvicinano al nuovo circo elaborando tutto ciò che apprendevano. Acrobatica, clown, equilibrismo, meccanica, costruzioni di qualsiasi tipo, fino ad arrivare all’acquisto di un tendone e alla decisione di vivere insieme.
“L’idea al fondo dello spettacolo era di lavorare sull’idea del Tramp, del “vagabondo”, un clown degli inizi del secolo, del periodo del cinema muto in bianco e nero, come Charlie Chaplin, o Buster Keaton. Uno spettacolo che piacesse ad un pubblico adulto ma anche ai bambini. Cominciammo con una serie di residenze tecniche e artistiche e con delle improvvisazioni, e dopo sei mesi, chiedemmo al regista Tayeb Hassini di dare un’occhiata a quello che avevamo messo insieme e ad amalgamarlo. Seguirono tre mesi di lavoro sotto la sua direzione, con l’intento di aggiungere curiosità e creatività alla messa in scena. All’inizio volevamo fosse uno show completamente “muto”, ma Tayeb suggerì che potevamo provare ad inserire del parlato, anche se nella forma di un gramlò, e la cosa ci piacque. Avevamo tutti un background di arti circensi, Julien aveva lavorato con Raymond Peyramaure, Keith aveva fatto stage di clown in giro e con tutto questo materiale mettemmo insieme 40 minuti che Tayeb amalgamò in modo coerente, introducendo la “necessità di un atto”, dove ci veniva concesso di esibire un numero solo se avesse avuto attinenza e significato all’interno della storia.
In scena presentiamo un custode, un uomo delle altezze, un maligno, uno sbadato, quattro personaggi che vivono in un mondo surreale e dove ciascuno ha la propria identità. La scena, realizzata da noi stessi all’interno del tendone rosso, rappresenta uno spazio sul quale si aprono delle porte e dove ogni entrata è una sorpresa. In questo mondo inventato, la regola è il gioco e clown, funamboli, acrobati, ballerini, giocolieri, forniscono il pretesto per scoprirsi, conoscersi, incontrarsi. Lo spettacolo ha debuttato nel maggio 2006 e dopo averlo portato in giro per un anno ci siamo rivisti con il regista e abbiamo fatto degli adattamenti alla versione per i festival e abbiamo preparato una versione ridotta di 40 minuti per le scuole primarie. Lo abbiamo rappresentato finora circa 150 volte, ma l’anno prossimo lavoreremo su una nuova creazione.
Non è facile portare avanti un progetto totale che ti coinvolge tutti i giorni, dove vivi insieme anche con dinamiche di coppia, ma tra di noi c’è un bel dialogo e ci confrontiamo senza problemi. Per esempio presto Julien andrà via per fare un’altra esperienza con la sua ragazza in Spagna, e un nostro amico verrà a rimpiazzarlo, perché ci piace il numero 4, che è un numero chiave anche nelle percussioni!”
foto di Annalisa Savoca e Andrea Macchia