Università degli studi di Tor Vergata, Facoltà di Medicina e Chirurgia, corso universitario in Scienze Motorie
Autore: Barbara Belotti
belotti_barbara@libero.it
Relatore: Prof. Stefano D'Ottavio
Correlatore: Dott. Gioacchino Paci
Anno accademico: 2011/2012
INTRODUZIONE
Fin dall’antichità, il movimento è stato mezzo e motivo di sopravvivenza: dalla caccia all’agricoltura all’industria, ma anche come mezzo di comunicazione, l’uomo ha utilizzato il proprio corpo per affrontare la realtà fisica e sociale nella dialettica di un rapporto reso sempre più complesso e insidioso dai processi di meccanizzazione e dalle spinte consumistiche.
Nella costruzione del proprio io, è quindi importante che l’uomo coltivi una più reale conoscenza del proprio essere nel mondo, cominciando dalla propria dimensione corporea (Filograsso, in Le Boulch,1975)
Risulta quindi necessario considerare il movimento come una manifestazione significativa della condotta dell’uomo: secondo Le Boulch (1975),“L’unità dell’essere non può realizzarsi che nell’atto che esso inventa”. Lo stesso autore specifica: “ogni movimento razionale diretto ad uno scopo è un’azione motoria che nella sua concreta realizzazione esiste solo come unità inscindibile tra attività fisica e psichica”.
Il movimento, nella sua concezione più ampia, è l’elemento vitale del bambino sano. Con esso, infatti, egli si impadronisce di sé e del mondo che lo circonda.
Attraverso l’apprendimento motorio si sviluppano le funzioni sensoriali, che creano il mondo della percezione e dei concetti, permettendo in divenire lo sviluppo del linguaggio, del pensiero e quindi della volontà e del comportamento che è insieme morale, caratteriale e sociale.
E’ evidente che il tema dell’apprendimento coincida inestricabilmente con quello della scoperta di sé e dell’ambiente o contesto intorno a sé, in un percorso di cambiamento, crescita e rivisitazione delle proprie esperienze pregresse (M. R. Parsi, 2006).
Le condizioni necessarie affinché si possa giungere nel tempo alla soluzione rapida ed efficace di problemi motori concreti possono essere così sintetizzate:
· Buono sviluppo dei presupposti condizionali, quindi forza, resistenza, rapidità, mobilità articolare;
· Elevato grado di capacità coordinative, essere quindi in grado si adattare, cambiare, controllare i movimenti;
· Capacità di equilibrio;
· Capacità di risolvere rapidamente e razionalmente problemi di motricità fine;
· Capacità di reazione;
· Elasticità dei movimenti, cioè buona programmazione, finezza, ritmo;
· Capacità di attivazione nervosa al momento giusto;
· Capacità di dosatura energetica corretta dei propri movimenti.
L’attività circense, nelle sue poliedriche sfaccettature, può garantire uno sviluppo globale dell’individuo. L’acrobatica, la giocoleria, l’equilibrismo, le discipline aeree sviluppano, nel loro insieme, tutte le attitudini psicomotorie e motorie che permettono all’individuo di meglio inserirsi nel suo ambiente biologico e sociale. Tali discipline tendono allo sviluppo della personalità attraverso il movimento, privilegiando l’esperienza vissuta in prima persona.
Con il circo, il bambino è messo in condizione di vivere sia esperienze individuali in seno a un gruppo, con il quale si instaura una relazione affettiva reciproca, sia esperienze collettive nelle quali si vivono le attitudini sociali di organizzazione, comunicazione, cooperazione.
L’Ass. Giocolieri e Dintorni, in collaborazione con il Corso di Laurea in Scienze Motorie, Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, e in partenariato con la Fondazione Patrizio Paoletti, presenta il “3° Corso Universitario per lo Studio delle Attività Motorie applicate alle Arti Circensi”
(30 settembre 2013 - 28 giugno 2014)