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intervista pubblicata sul n. 7 di Juggling Magazine - marzo 2000
RACCONTACI DI TE...
Mi chiamo Gianni Tubelli. Era il lontano 1993. Conservo ancora vivo il ricordo della mia chioma fluente. Vivevo da un po' di tempo a Tenerife in Spagna, al tempo non avrei mai pensato di diventare un giocoliere. Incontrai un gruppo di ragazzi inglesi. Loro giocavano, iniziai a giocare anch'io. Le clavette furono il mio primo amore. Giocavo... ho continuato a giocare per tutto il tempo trascorso li'. Tornato a Napoli carico di entusiasmo e con tante idee nella testa, incontrai i miei vecchi amici Paco ed Enzo. Uguali a me. Tornati da poco da Londra con la giocoleria nella testa. Sette anni fa in Italia e soprattutto a Napoli, non era facile trovare attrezzi da giocoliere. Bottiglie di plastica e mazze da scopa, semi di miglio racchiusi in colorati palloncini furono per noi clave e palline: il modo migliore che trovammo per allenarci. Cadevano le clave, numerose volte cadevano. Cadevano anche i miei capelli. Ah... c'è stato un diverso destino per ognuno di loro. Due anni passati ad allenarmi giorno e notte. Ogni tanto ricordavo di lavorare: un po' il pizzaiolo, un po' il bancarellaro, un po' il cameriere. Ancora di seguito, sempre e solo la giocoleria io e gli amici.
QUANDO HAI PENSATO DI BUTTARTI NELLA MISCHIA...
La giocoleria è stato il classico colpo di fulmine, perché ero da tanto alla ricerca di qualcosa che potesse coinvolgermi a più livelli. Giocavamo per strada, e dopo poco arrivarono i primi contratti (pochi). Le nostre prime performance erano molto semplici e addirittura non c'era alcuna narrazione. Giocolavamo in pubblico e poi giravamo con il cappello. Lavoravamo spesso a cappello, alla Villa Comunale, ma partecipavamo anche a festival e convention. Nel 1997, dopo la Convention Europea di Torino, decidemmo di riunirci a Napoli in forma di associazione, per a lavorare con maggiore continuità attraverso le agenzie. Appena cominciammo a guadagnare qualcosa, investimmo subito in attrezzi, spendendo una buona decina di milioni presso un noto distributore italiano. Così io e Paco, completamente a digiuno di tutte le problematiche commerciali, pensammo bene di aprire un negozio di giocoleria. Festival fu inaugurato a dicembre del 1998.
TUTTE ROSE E FIORI?
Avere un negozio offre naturalmente molti vantaggi: ti permette di procurarti tutta la attrezzatura di cui puoi aver bisogno, di conoscere un sacco di artisti nuovi, ma soprattutto avere sempre a che fare con spiriti giovani, siano essi ragazzi o adulti. Una bambina che aveva imparato a giocolare con noi si è trascinata tutta la famiglia al negozio, e ciascuno di loro ha acquistato un attrezzo. La cosa più bella di Festival è che è sempre pieno di amici (che non comprano mai niente...). Ormai Festival ha già un anno di vita ed io ho perso tutti i miei capelli.
I contro sono l'aspetto commerciale, burocratico ed amministrativo della faccenda, e i prezzi alti che devi praticare ai giocolieri. Inoltre quando sto da solo mi ritrovo tra quattro mura, e capisci bene che non mi fa piacere. Agli inizi mi allenavo con le palline oppure leggevo, e ormai conosco a memoria un sacco di libri di giocoleria, ma ora c'è sempre qualcosa da fare in negozio perché ho allargato l'offerta anche ai frisbee, alla magia, alla clownerie. E sicuramente un altro effetto spiacevole di avere un negozio è che non ti alleni più tanto. Prima riuscivo ad allenarmi tre/quattro ora al giorno minimo, adesso forse nemmeno dieci ore a settimana. Però continuo a fare spettacoli, perché lavorare solo al negozio non è un mio desiderio.