Anno 2024, Pianeta Terra. Mentre il circo recupera finalmente tutta la vitalità, il terreno e il pubblico rimasti congelati durante la pandemia, i potenti della terra non trovano di meglio da fare che accogliere anche questa nuova orbita della Terra intorno al Sole continuando ad alimentare guerre; feroci, devastanti e ingiuste come tutte le guerre. Da un lato viviamo nel circo lo stato di grazia di una comunità e di un patrimonio eccezionale che condividiamo con la società civile, ricco di valori, arte, passione e scelte di vita per un mondo migliore. Dall’altro assistiamo quotidianamente, spesso inermi, a crimini di guerra e sofferenze atroci su scala planetaria. Un paradosso che riproduce se stesso all’infinito, attraversando i grandi temi del nostro tempo: dalla violenza di genere agli effetti catastrofici del cambiamento climatico, dalle migrazioni da terre devastate e depredate da secoli di colonialismo ai diritti negati in ancora troppi angoli del pianeta.
La recente sollevazione popolare di fronte all’ennesimo efferato, inaccettabile femminicidio ha innescato la miccia per un cambiamento ormai da troppo tempo dovuto, su cui anche il circo si sta, per altri versi, interrogando. Ma quanto altro rumore ancora bisognerà fare, e dobbiamo ancora fare noi come comunità di circo, perché il nostro lavoro, la nostra arte, la nostra gioia, possano generare un cambio di passo verso un mondo migliore? “…and how many deaths will it take 'til he knows, that too many people have died?...” cantava Bob Dylan già negli anni’60, insieme a una intera generazione di giovani visionari, che un filo rosso collega alle giovani generazioni di oggi e di tutti i tempi.
Nella musica delle sfere che accompagna le sue traiettorie perfette, fa davvero pena osservare il pianeta Terra, baciato dalla fortuna di forme di vita rigogliose, orbitare riempendo il suo tempo e il suo spazio di spropositi e soprusi, distruggendo dove potrebbe costruire, opprimendo dove potrebbe liberare.
La metafora di mondi itineranti in continua evoluzione, alimentati da energia propria ed energia riflessa, l’abbiamo adottata anche per presentare una lettura del fenomeno circo, così come lo abbiamo scandagliato nel progetto “La Mappa del Circo – vol. 2023”. I risultati della nostra indagine sono disponibili ora attraverso una pubblicazione cartacea, e online su osservatoriocirco.it , con l’intento e la speranza di poter tutti* insieme contribuire ad un pianeta che risplenda.
Adolfo Rossomando
direttore editoriale Juggling Magazine