Una pista rotonda, un giovane artista che si prepara ad animarla, un cerchio di persone attente che fanno da cornice e al tempo stesso motore di un rituale antico quanto il mondo, entrato nel DNA della società civile e dei codici artistici del nostro tempo. Un paradigma riprodotto con successo nei contesti e alle latitudini più disparate; dai boulevard affollati delle grandi metropoli del XXI secolo alle suggestive piazze delle città rinascimentali; dalle pianure sterminate della Mongolia alle spiagge caraibiche, dai villaggi più remoti delle Ande, alle soavi campagne della nostra penisola. Migliaia di cerchi magici che ogni giorno si formano e si sciolgono nel mondo, come bollicine d’aria sulla superficie di un brodo primordiale, ovunque questo popolo di artisti itineranti riesca ad arrivare; spontanee manifestazioni di uno stato di grazia che inneggia alla pace, all’arte, alla comunione. Chi si affacci a questi cerchi per puro caso, o semplice curiosità, alla ricerca di un momento di svago, di una veloce risata, spesso ne rimane catturato. In quei cerchi si consumano le rivelazioni, le illuminazioni, gli incontri, le scelte che porteranno persone del pubblico ad abbracciare le arti della pista e della strada, a trovare la forza, le condizioni, la possibilità di esprimersi, di emozionarsi, di dare e ricevere, addirittura di ricalcare quelle stesse scene qualche anno dopo, non più spettatori ma interpreti. La prossima volta che entrate in uno di questi cerchi respirate a fondo, chiudete un attimo gli occhi, e predisponetevi al viaggio.
Adolfo Rossomando
direttore editoriale Juggling Magazine